Alcaraz fatica tremendamente al primo turno ad Amburgo. Poi il pensiero a Ferrero e ai fan
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Carlos Alcaraz ha vinto – con non poche difficoltà – il suo match d’apertura al torneo Atp 500 di Amburgo contro Nikola Kuhn. La partita giocata contro il numero 259 del mondo è stata terribilmente complicata, molto più di quanto ci si potesse aspettare alla vigilia.

Un Alcaraz lento e fuori fase ha ceduto abbastanza nettamente il primo set (vinto dal tedesco 6-3), ha ribaltato completamente l’inerzia nella seconda frazione (portata a casa con autorevolezza, 6-1) ma ha chiuso il terzo e decisivo set solo al tie-break, dopo quasi due ore e mezza di gioco.

Agli ottavi di finale se la vedrà con il serbo Filip Krajinovic, un cliente sulla carta decisamente più impegnativo del 22enne Kuhn, che ha avuto una grande carriera a livello giovanile, ma che al momento non è riuscito a fare il salto di qualità tra i pro.

Al termine del match Alcaraz ha voluto parlare del suo rapporto con i fan e gli insegnamenti del suo coach, Juan Carlos Ferrero.

“Mi rende felice vedere i ragazzi giovani che mi guardano, che mi vedono come un esempio. Cerco sempre di fare del mio meglio, prima di essere un grande atleta voglio essere una brava persona, questa è la cosa più importante per me in questo momento.

Da bambino chiedevo le foto ai giocatori, quindi ora cerco di avere un po’ di tempo per regalare un sorriso a tutti quelli che vengono da me per una foto o un autografo.

Gli insegnamenti di Juanki? Il rovescio, ovviamente.

Mi ha anche insegnato a mantenere lo stesso livello di intensità per tutta la partita, ad essere costante con il livello di intensità per due ore. Per quanto riguarda i drop shot, è una cosa che ho fin da quando ero bambino, mi è sempre piaciuto farli.

So quali sono i miei obiettivi, non penso troppo alla pressione che viene dall’esterno. Cerco di imparare, di fare esperienza e di dare sempre il massimo in ogni partita.

Sento di giocare per me stesso, per la mia squadra e per la mia famiglia, non mi concentro sulle aspettative che la gente può avere. L’ho messo da parte”.

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