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Quante emozioni in quel simbolico (doppio) passaggio di testimone: il tennis è in buona mani

Per una sorta di incantesimo che solo questo sport sa regalare, nel sabato di Ryad abbiamo visto Djokovic contro Nadal e subito dopo il tennista che più ricorda Djokovic contro quello che più ricorda Nadal.

È stato come un doppio cambio di testimone – fatto salvo che Nole ha ancora molto da dire – tra quei due grandi campioni e Sinner e Alcaraz.

La grande differenza con la stagione dei Big Three è ovvia, e cioè oggi non c’è un “figlio” di Roger Federer, il più grande di tutti.

Il torneo milionario ha decretato che il Re dei “Sei Re” è Jannik, straordinario in questo finale di stagione. I due ragazzi, lui e Carlos, hanno fatto il vuoto alle loro spalle. Nessuno è al loro livello, e di parecchio.

Grazie ancora, Jannik. E, infine, ancora un saluto all’immenso Rafa, che vedremo a novembre per l’ultima volta in Davis, forse contro di noi, e saranno altre lacrime, come quando lasciò Federer. Ma sappiamo che il tennis è in ottime mani.

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