Il tennista tedesco, sconfitto prematuramente anche al torneo di casa, si scaglia contro l’ATP: continua il momento ‘no’
L’impressione, sussurrata nei corridoi del circuito, è che forse il treno sia passato. Che forse, se avesse vinto una finale degli Australian Open comunque mai in discussione (pur tra qualche ovvia difficoltà, Jannik Sinner ha dominato il tedesco in tre set), avrebbe impresso una svolta definitiva alla sua carriera. Magari riuscendo anche a fare un percorso di tipo diverso in un 2025 finora davvero avaro di soddisfazioni.

Non è un momento facile, per usare un eufemismo, quello che sta attraversando da tempo Sascha Zverev, il tennista chiamato a scalzare (perché aritmeticamente avrebbe potuto farlo) il succitato Sinner dal trono mondiale nei tre mesi di stop forzato dell’altoatesino in seguito alla squalifica concordata con la WADA.
Una volta ‘liberatosi’ di un obbligo su cui le aspettative sono sembrate appartenere più alla stampa che ai suoi intimi desideri, il nativo di Amburgo ha di fatto ben figurato solo in un torneo: l’ATP 250 di Monaco di Baviera. Non certo una competizione tra le più prestigiose in calendario.
Nei Masters 1000 sulla terra battuta, ecco riemergere vecchi problemi mai risolti. Nervosismo, vittimismo, mancanza di continuità. Incapacità nel gestire i match contro avversari che sanno come fargli male. Perché lo avevano già battuto nel 2024. E che si sono ripetuti anche nell’anno in corso.
Sconfitto da Berrettini ai sedicesimi di finale a Monte Carlo, il teutonico ha perso nuovamente contro Francisco Cerundolo (che si è portato in vantaggio per 3-0 negli scontri diretti) in quel di Madrid. L’argentino aveva già fatto fuori Sascha lo scorso anno alla ‘Caja Magica‘, e sempre in regime di ottavi di finale. Ma il peggio sarebbe ancora dovuto arrivare.
Zverev, nuova lamentela e altro ko: il tedesco è in piena crisi
Agli Internazionali d’Italia, in quarti di finale, ecco materializzarsi ancora l’incubo Lorenzo Musetti, che già lo aveva fatto fuori al torneo Olimpico di Parigi 10 mesi prima. Una sconfitta che ha fatto particolarmente male all’ex numero due del mondo, che se l’è presa con la dimensione delle palline (troppo grandi, a suo dire, rispetto a Monaco e Madrid) e con la ‘passività’ maliziosa dell’azzurro, che secondo lui avrebbe aspettato dall’altra parte del campo i suoi errori.

Iscrittosi, grazie ad una wild card fornita dagli organizzatori, al torneo della sua città natale, Zverev ha compiuto il suo disastro finale: eliminato alla seconda partita da Alexandre Müller. Una debacle in qualche modo ‘annunciata’ dalle lamentele del tedesco il giorno prima della sfida al tennista transalpino.
“Adoro giocare ad Amburgo. Mi piacerebbe poter giocare qui ogni anno. Non so proprio però chi abbia avuto l’idea di programmare Amburgo in una data come questa con la finale un giorno prima del via del Roland Garros. Che stupidaggine! Non so chi abbia avuto l’idea. Nessun giocatore di punta in lotta per vincere a Parigi può giocare la finale ad Amburgo il sabato e poi giocare il primo turno lunedì a Parigi“, ha detto alla stampa il tennista.
“Al Roland Garros giochiamo un torneo al meglio dei cinque set, devi prepararti fisicamente, devi dormire nel letto in cui dormirai per le prossime due settimane. Purtroppo con questa scelta in un certo senso hanno distrutto Amburgo. L’anno scorso avevamo un ottimo campo di partecipazione“, ha concluso Zverev. Senza sapere ancora che il peggio sarebbe stato dietro l’angolo…