Dramma Djokovic, la confessione è terribile: sofferenza devastante

Il fuoriclasse serbo, fermo ai box dopo le fatiche di Parigi, ha ricordato i tempi del suo ingresso nel Gotha del tennis: confessioni choc

Il Re – soprannome dovuto al tennista che più di ogni altro ha conquistato titoli del Grande Slam in una carriera costellata di tanti altri primati che resteranno scolpiti nel tempo a lungo – è ferito. Quasi a terra. Ma non molla. Non è ancora caduto, o meglio non ha ancora accettato di farsi buttare giù dal trono né dalla carta d’identità, né dal talento degli straordinari giovani rivali che spadroneggiano nel tennis moderno.

Novak Djokovic disperato al Roland Garros
Dramma Djokovic, la confessione è terribile: sofferenza devastante (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Dopo aver provato in ogni modo, con tutte le sue forze, facendo leva sull’esperienza e sull’indubbio carisma, Novak Djokovic ha dovuto dire addio alla possibilità di giocarsi una finale Slam – l’ennesima della sua vita – che se vinta gli avrebbe consentito di toccare quota 25 trofei dello Slam.

Sulla strada del campione serbo, a Parigi, si è infatti materializzata la figura di Jannik Sinner, il numero uno del mondo. Colui che lo ha sempre battuto negli ultimi incroci tra i due da quell’ultimo atto delle ATP Finals nel novembre 2023.

Ultimo superstite del leggendario triumvirato del tennis del nuovo millennio (i famosi ‘Big Three’, con Roger Federer e Rafa Nadal suoi grandi avversari per 15 anni almeno), il nativo di Belgrado ancora non abdica. Fresco di 100esimo titolo ATP in carriera guadagnato a Ginevra proprio poco prima della kermesse francese, Nole ha rilasciato un’interessante intervista al talk show serbo ‘Neuspjeh prvaka‘.

L’argomento da cui sono emerse inedite rivelazioni da parte del fuoriclasse è stato quello più caro anche a tutti gli appassionati di tennis: i rapporti di forza nell’era in cui i tre campioni hanno scritto la storia.

Djokovic, retroscena ed amarcord: la sofferenza del serbo

Con loro è stato frustrante, perché sentivo che volevano allontanarmi dalla loro storia particolare. Avevano costruito una grande rivalità perché Rafa si era imposto qualche anno prima di me, e all’improvviso mi sono presentato dicendo a tutti che volevo essere il migliore al mondo. Perché sapevo di poter essere migliore di loro. Questo non è piaciuto a loro e al mondo del tennis in generale“, ha esordito la leggenda.

I Big Three nel giorno della celebrazione di Nadal a Parigi
Djokovic, retroscena ed amarcord: la sofferenza del serbo (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Rafa e Roger provengono da potenze europee vicine al mondo occidentale, associato alla pace, alla libertà, all’uguaglianza e così via. Nel mondo ci sono molte nazionalità e ci si rende conto che le frontiere e il razzismo esistono ancora, non dico che io l’abbia subito, ma che succede in generale“, ha proseguito.

Quello che ho sempre fatto è stato mostrare la mia ammirazione per loro, erano entrambi i miei riferimenti e quindi potevo batterli. So che forse non era politicamente corretto sfidarli in questo modo. Non ho mai avuto una parola cattiva nei loro confronti, ma l’intero establishment, la stampa, gli sponsor, ecc. hanno iniziato a muoversi per generare un’immagine di me come un cattivo. Mi sentivo come un bambino indesiderato, non capivo perché non piacessi alla gente quando volevo creare un legame con i tifosi che andasse oltre il tennis“, ha concluso un po’ amaramente il serbo.



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