Lo spagnolo, fresco di trionfo nel terzo torneo consecutivo, è tornato a parlare dell’epica finale di Parigi: la riflessione su Sinner
Non c’è due senza tre. E chissà cosa sarebbe successo se il secondo di questi tre trionfi – il più importante, il Roland Garros – non fosse arrivato. Sicuramente staremmo ancora a festeggiare e glorificare Jannik Sinner, l’indomito rivale di Carlos Alcaraz contro cui lo spagnolo ha compiuto un vero e proprio miracolo che nemmeno il diretto interessato si spiega ancora completamente.

La storia la conoscete già. Dopo aver vinto agli Internazionali d’Italia contro il numero uno del mondo, il nativo di Murcia si è ripetuto in quel di Parigi, dove Jannik ha sprecato tre match-point consecutivi sul servizio dell’iberico al quarto set, dilapidando anche la possibilità, nel game successivo, di servire per il titolo di campione del Roland Garros.
Evidentemente sulle ali dell’entusiasmo di una vittoria che, per la modalità con la quale è arrivata – e per l’incredibile qualità del gioco espresso nel mezzo di un match durato 5 ore e mezza – ha consegnato per sempre il suo nome alla leggenda del tennis, Carlitos ha vinto anche al Queen’s, sconfiggendo in finale Jiri Lehecka, piegato 6-2 al terzo set.
E Sinner? L’azzurro ha forse ancora pagato le scorie mentali dell’enorme delusione maturata sul ‘Philippe-Chatrier‘. Chiamato al riscatto anche per difendere i 500 punti conquistati lo scorso anno grazie alla vittoria nello stesso torneo, l’altoatesino ad Halle è uscito ai quarti per mano del redivivo Bublik,che poi avrebbe vinto la kermesse tedesca sull’erba.
Alcaraz, riflessioni su Sinner: tifosi sorpresi
Dall’alto delle sue 18 vittorie consecutive nel circuito e di una condizione psico-fisico straripante, il 5 volte campione Slam ha risposto ad alcune domande che la stampa gli ha posto sul suo rivale. ‘L’appiglio’ ovviamente è stato fornito involontariamente dallo stesso Jannik e dalla sua prematura ed inaspettata eliminazione di Halle.

“Sono onesto, è stata dura per Jannik. Quanto tempo ci vuole per riprendersi dopo una sconfitta così bruciante? Dipende dalle partite. Io ne ho perse tante anche molto lunghe ma sono sempre uscito a testa alta“, ha esordito lo spagnolo.
“So che per Sinner è stato difficile mentalmente dopo Parigi, ma è normale che sia così. Per esperienza personale, mi ci sono voluti tre o quattro giorni per riprendermi mentalmente dopo simili batoste“, ha poi concluso Alcaraz, che proprio lo scorso anno, alle Olimpiadi di Parigi, scoppiò in un pianto a dirotto al momento dell’intervista di campo condotta dal connazionale Alex Corretja dopo la sua sconfitta contro Novak Djokovic nella partita che assegnava la medaglia d’oro olimpica.