Il giocatore romano, reduce dalla deludente eliminazione a Wimbledon, ha preso la sua decisione: le conseguenze sono già visibili
Qualcuno potrebbe pensare che il doloroso ritiro agli Internazionali d’Italia, quando dovette abbandonare la contesa contro Casper Ruud all’alba del secondo set dopo aver perso un combattuto primo parziale, lo ha condizionato al punto tale da non trovare le giuste energie una volta rimesso piede in campo nel teatro a lui più caro.
Per nessuno è infatti un mistero che all’erba di Wimbledon sia legato il ricordo più dolce dell’intera carriera di Matteo Berrettini, che nel 2021 disputò una dignitosissima finale – persa in quattro set – contro Novak Djokovic. Era la stella del tennis italiano, in quel momento, il tennista romano.
Forte di uno stato di forma continuo e costante, a fine anno l’allora allievo di Vincenzo Santopadre riuscì anche a qualificarsi per le ATP Finals di Torino salvo poi – e questo fu un primo allarmante campanello – doversi ritirare dopo il primo set per l’insorgere di quel problema ai muscoli addominali che poi sarebbe tornato come un incubo a tormentare il giocatore negli anni a venire.
Oggi,a 4 anni di distanza dal magnifico percorso all’All England Club, quel Matteo non c’è più. Irriconoscibile e pieno di dubbi, come emerso nella per certi versi inquietante conferenza stampa tenutasi dopo la sconfitta londinese contro il polacco Kamil Majchrzak.
Berrettini, crisi senza fine: è già fuori dalla Top 40
“Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi giorni per pensare, per decidere cosa fare del futuro, perché stare in campo così non è quello che voglio“, ha detto Matteo commentando l’eliminazione giunta proprio nell’edizione che lo aveva visto tornare tra le 32 teste di serie di Wimbledon.
Il giocatore è poi purtroppo passato dalle parole ai fatti, comunicando con largo anticipo la rinuncia a partecipare ai tornei ATP 250 di Gstaad e Kitzbuhel: proprio quelli che lo scorso anno lo videro trionfare, contribuendo largamente alla sua risalita nel ranking.
Una classifica che ora, durante lo svolgimento del torneo svizzero, lo vede già precipitato in 42esima posizione, con 6 caselle perse rispetto all’aggiornamento del ranking stilato dopo Wimbledon.
La sicura successiva mancata difesa degli altri 250 punti ottenuti in Austria 12 mesi fa comporterà quasi certamente all’ex numero 6 del mondo l’uscita dalla Top 50: un’altra batosta che sarà difficile da digerire per un uomo, prima ancora che un tennista, in piena crisi esistenziale. Per lo meno dal punto di vista di quella passione chiamata tennis.
