Brutte notizie per il mondo del tennis dopo quanto accaduto a Sinner, Alcaraz e Djokovic: cosa sta succedendo, i tifosi restano senza parole
Nel momento più bello per il tennis italiano, arriva un terremoto che potrebbe cambiare gli equilibri di uno degli sport più seguiti al mondo. Quanto accaduto negli ultimi giorni ha del clamoroso e crea uno squarcio che non può non aprire a riflessioni, anche piuttosto profonde, su quello che è diventato il tennis oggi, su dove sta andando e su cosa si possa fare per cercare di riportarlo sui giusti binari.

Da anni nel mondo del calcio si è aperta una polemica, piuttosto aspra, tra chi vuole vedere più partite possibili e chi preferirebbe invece snellire il calendario per aumentare la qualità delle gare e limitare anche il rischio di infortuni per i giocatori. Una discussione corretta che potrebbe aprirsi, da un momento all’altro, anche nell’ambiente del tennis.
Sembra infatti sempre più chiaro che anche il calendario del tennis si sia fatto, nel corso degli ultimi anni, troppo fitto per poter assicurare il benessere dei giocatori, costretti sempre più spesso a prendere decisioni gravi per preservare la propria salute e per poter essere al meglio nei tornei che contano.
Lo dimostra, in maniera clamorosa e roboante, quanto successo al Masters 1000 del Canada, snobbato in questa edizione da quattro big come Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e Jack Draper, tutti bisognosi di avere più tempo per recuperare energie o superare gli acciacchi, in vista dei prossimi grandi appuntamenti, US Open in testa.
Rivoluzione nel mondo del tennis: il calendario ATP non è più sostenibile, cosa sta succedendo
C’è un problema nel mondo del tennis e adesso non si può fare più finta di nulla. I tornei presenti nel calendario sono troppi, e soprattutto la decisione di rendere i Masters 1000 più vicini agli Slam, allungando la loro durata a 12 giorni, ha finito per togliere ancora di più giorni di riposo ai big del circuito.
Capita così che, quando si arriva a periodi che prevedano due Masters 1000 consecutivi, come Toronto e Cincinnati, i giocatori si vedano costretti a fare una scelta. Prendere parte a entrambi i tornei, con l’eventualità di arrivare in fondo sia in un 1000 che nell’altro, significherebbe infatti spendere moltissime energie fisiche e mentali poco prima di un appuntamento fondamenle come gli US Open, in programma meno di una settimana dopo rispetto a Cincinnati.

Si spiega così la decisione dei vari Djokovic, Sinner e Alcaraz di snobbare il Canada per dedicarsi soprattutto agli appuntamenti a stelle e strisce, con la consapevolezza di subire un danno a livello di ranking da questa scelta, considerando come la Rogers Cup sia uno dei tornei “obbligatori”.
A mali estremi, estremi rimedi. Il forfait dei big può infatti trasformarsi in un grido d’aiuto, e accendere una volta per tutte i riflettori su una programmazione che sta dimostrando ampiamente di essere deficitaria, e che nei prossimi anni dovrà essere rivista, se non si vuole rischiare di spremere all’eccesso i giocatori migliori, a discapito della loro salute e anche dello spettacolo che possono offrire ai tifosi.





