Il campione serbo torna nei discorsi di un avversario recentemente battuto per la terza volta su quattro scontri diretti: i rimpianti
Quando si dice il peso del carisma. Dell’esperienza. Dell’abitudine a lottare a certi livelli, con tutto l’odore di leggenda da far valere sul campo come spauracchio per il rivale. Se a Wimbledon Novak Djokovic è riuscito a spingersi in quarti di finale (dove poi avrebbe incontrato e battuto il nostro Flavio Cobolli), molto lo deve probabilmente a tutti questi fattori. Che hanno certamente contribuito a farlo prevalere al cospetto di un avversario tenace, che però è mancato nei momenti topici della sfida.

Si era illuso, Alex De Minaur, di poterla spuntare al cospetto del fuoriclasse di Belgrado dopo un primo set dominato in lungo e in largo e concluso 6-1 a suo favore. Pur essendo consapevole che il 24 volte campione Slam sarebbe tornato alla carica nel prosieguo del match, il maratoneta australiano avrebbe potuto contare su una maggiore resistenza allo sforzo. Soprattutto se il match si fosse protratto al quinto set.
Invece, dopo aver ceduto con un duplice 6-4 nel secondo e terzo set, De Minaur ha sprecato la possibilità di portare l’incontro al quinto facendosi rimontare nel quarto parziale. E finendo per cedere ancora 6-4, dando l ‘addio al suo sogno di andare avanti nel prestigioso torneo di Wimbledon.
Quanti rimpianti per De Minaur: “Ecco cosa ho capito”
Intervenuto ai microfoni del sito ufficiale dell’ATP alla vigilia del torneo di Washington, il tennista prossimo sposo della collega Katie Boutler è tornato sulle opportunità sprecate al cospetto della leggenda serba in ottavi di finale.

“Credo di aver avuto le mie chance. Avremmo dovuto giocare il quinto set. È tutto scivolato via abbastanza in fretta, ma sono queste le partite che devo iniziare a vincere“, ha esordito De Minaur davanti ai giornalisti.
“Ho individuato alcuni aspetti su cui lavorare con il mio team e che sperano mi aiutino a fare il passo successivo. Ora ho accumulato l’esperienza giusta. Ho tutto per scendere in campo e dare il massimo. Devo superare alcune barriere e dimostrare il mio valore nei prossimo tre o quattro anni. Obiettivo vincere 50 partite in stagione per la prima volta in carriera? Sì, questo è l’obiettivo. Altre 20 ne servono? Credo di potercela fare“, ha concluso l’attuale numero 13 del mondo, tra i tennisti più infaticabili del circuito.





