Il tennista toscano, eliminato all’esordio nel torneo americano, fa i conti con una statistica inquietante: bisogna cambiare marcia
Questa davvero non ci voleva. Se la sconfitta all’esordio di Wimbledon contro il georgiano Nikoloz Basilashvili poteva essere spiegata con le scorie dell’infortunio rimediato a Parigi (e anche con un fastidioso virus intestinale il giovedì prima dell’avvio del torneo – un particolare emerso solo qualche giorno fa -), il ko di Washinghton ha fatto scattare l’allarme. Cosa sta succedendo a Lorenzo Musetti?

Dopo l’eccezionale campagna sulla terra battuta (sublimata dall’aver raggiunto le semifinali a Roma, Madrid e Parigi, oltre ad aver disputato la finale a Monte Carlo), il tennista toscano ha raggiunto il suo best ranking alla sesta posizione in classifica. Una casella durata quasi solo lo spazio di un mattino, visto che già dopo i Championships (che nel 2024 lo videro arrivare in semifinale), l’azzurro era sceso al settimo posto. Ma il peggio sarebbe ancora dovuto arrivare.
L’inopinata caduta contro Cameron Norrie nel match di primo turno all’ATP 500 di Washington ha comportato, per il nativo di Carrara, la perdita di 155 punti e di due posizioni nel ranking iridato. Nulla è compromesso, nulla è pregiudicato in vista del sogno di rientrare tra i primi 8 dell’ATP Race 2025, quella che premia i migliori 8 tennisti con la partecipazione alle Finals di Torino, ma certamente è arrivato il momento di cambiare registro.
Musetti, il dato è preoccupante: i numeri non mentono
“La voglia di far bene sul cemento è tanta, anche se non è la sua superficie preferita. Lui ama alternare alle accelerazioni dei colpi interlocutori, e il cemento non permette l’utilizzo di questa tattica. Stiamo lavorando però per riuscire a ottenere il massimo anche su questo tipo di terreno“, aveva dichiarato ai microfoni di ‘Tuttosport‘ lo storico coach del tennista, Simone Tartarini, prima del match di esordio del toscano sul cemento americano. Propositi in qualche modo ‘traditi’ dal primo verdetto del campo.

I problemi di ‘Muso‘ sul duro però, sembrano in qualche modo endemici. Un dato statistico conferma le storiche difficoltà dell’azzurro sulla superficie che invece è nettamente la preferita di Jannik Sinner.
Il classe 2002 ha infatti vinto in carriera solo il 47% dei match ATP disputati sul cemento: questo è il peggior dato tra i tennisti attualmente in Top 20. Considerando che su questa superficie si assegna quasi il 70% dei punti ATP, è davvero necessario che Lorenzo trovi la via giusta per esser competitivo anche sull’hard court.





