Non c’è pace per il numero uno del mondo: dopo i nuovi attacchi per la riassunzione di Umberto Ferrara, arriva la stoccata del giornalista
Anche quando non gioca, non si fa che parlare di lui. Anche quando si prende una legittima pausa dopo le gloriose fatiche di Wimbledon, con la conseguenza della rinuncia ad uno dei tornei più importanti dell’anno, Jannik Sinner è sulla bocca di tutti.
Per la verità, nell’intervallo intercorso tra la vittoria ai Championships contro Carlos Alcaraz e l’apparizione, lo scorso 23 luglio, al JMedical della Continassa (quartier generale della Juventus) per le visite mediche, ne sono successe di cose.
Basti pensare che proprio nel centro medico della squadra piemontese, utilizzato ancora una volta dal fuoriclasse altoatesino per verificare i suoi parametri fisici, c’era quell’Umberto Ferrara che, fresco di rientro nel team di Jannik, ha accompagnato il tennista ai controlli programmati.
In attesa che Nick Kyrgios o altri sedicenti opinionisti dicano la loro sull’opportunità che il numero uno del mondo abbia riaccolto nel suo team un personaggio legato alla torbida vicenda Clostebol, un altro filone di attacchi (che poco c’entrano con il caso doping e nemmeno con le imprese di campo o con i conteggi sui punti da scartare nei prossimi tornei) occupa le cronache degli ultimi giorni.
Sinner, la stoccata sulla residenza e sul fisco: sotto attacco
Dalle pagine del settimanale ‘Panorama‘, il giornalista Mario Giordano, personaggio non nuovo a critiche ed invettive contro personaggi famosi dello sport e dello spettacolo, ha attaccato frontalmente l’uomo simbolo dello sport italiano.
La ‘colpa’ di Sinner sarebbe quella di aver scelto Monte Carlo, e non una località italiana, come sua residenza fiscale, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero in termini di mancati introiti per il fisco italiano. Questo ovviamente nell’interpretazione delle cose da parte di Giordano, che nella lettera pubblicata su ‘Panorama‘ non le ha davvero mandate a dire a Jannik.
“Lei è un fenomeno, su questo non ci piove. Ma sarebbe ancora più fenomenale se facesse una scelta controcorrente: restituire qualcosa a questo Paese anche col portafoglio. Da quando abbiamo capito che lei è un campione, l’abbiamo eletta a simbolo dell’italianità, anche se parla tedesco. Anche se vive a Monte Carlo. Perché noi italiani siamo capaci di voler bene anche a chi ci lascia solo le briciole“, l’incipit di Giordano.
“Wimbledon rimarrà negli annali dello sport. Ma se lei pagasse le tasse in Italia resterebbe nei cuori come chi ha fatto qualcosa di straordinario anche fuori dal campo. Diventare il numero uno è un’impresa. Ma diventare il primo sportivo di successo che decide di rimanere fedele anche fiscalmente all’Italia, questa sì che sarebbe una rivoluzione“, ha concluso Giordano.