Il campione spagnolo entra nei discorsi del super coach, che ha fatto un parallelo tra il suo valore e quello del leggendario connazionale
Sono ormai anni, sin dai tempi in cui si affacciarono sul grande palcoscenico del tennis mondiale gli allora giovanissimi Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas e Sascha Zverev, che non si fa che parlare dell’eredità dei ‘Big Three’. Di chi avrebbe preso il posto, in termini di dominio del circuito ATP, dei tre leggendari fuoriclasse, che avevano appena imboccato quella che avrebbe dovuto essere la parte finale delle rispettive carriere.

La storia avrebbe poi raccontato di una (quasi) insospettabile longevità ad altissimi livelli dei tre fenomeni, capaci di dominare di fatto la scena fino al 2023, anno in cui Novak Djokovic – l’ultimo in attività – avrebbe vinto 3 Major su 4. La nuova generazione di potenziali campioni rappresentata dal russo, dal greco e dal tedesco non ha rispettato le attese e i pronostici di un ricambio ai vertici del tennis mondiale, sprecando l’occasione di creare, sebbene su basi di talento molto differenti, un nuovo triumvirato in grado di monopolizzare i trionfi nei Major e le primissime posizioni del ranking mondiale.
È così accaduto che, proprio mentre Roger Federer decideva di appendere la racchetta al chiodo, e mentre Rafa Nadal sparava le sue ultime cartucce trionfando in Australia e a Parigi nel 2022, che nuove piccole grandi stelle si sono affacciate minacciose nell’Olimpo dei grandissimi. Con una progressione tanto rapida quanto strabiliante, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz possono dire, da almeno un anno e mezzo, di aver finalmente raccolto l’eredità dei tre campionissimi.
Non è un caso che da Melbourne 2024 a Wimbledon 2025, l’azzurro e lo spagnolo si sono divisi i tornei del Grande Slam disputati nel periodo in oggetto, occupando con costanza quasi infallibile le prime due caselle della classifica iridata.
Mouratoglou e il confronto Alcaraz-Nadal: c’è la sentenza
La straordinaria rivalità contemporanea tra il tennista della Val Pusteria e il talento iberico è stata sublimata dall’epica finale del Roland Garros, quella durata 5 ore e mezza, alla fine della quale Alcaraz, dopo una rimonta eccezionale fatta anche di tre match point annullati, ha avuto la meglio su Sinner, capace poi di prendersi la rivincita sull’erba di Wimbledon.

La clamorosa prestazione dei due rivali i ha fatto dire a più di un addetto ai lavori che il livello di tennis espresso fosse forse addirittura più elevato di quello messo in mostra dal leggendario Rafa sul rosso di Parigi. Un’affermazione forse azzardata, che ha trovato nella successiva analisi di Patrick Mouratoglou, il super coach molto popolare e apprezzato nel circuito, un interessante, un nuovo capitolo di pensiero.
“Penso che Sinner e Alcaraz stiano giocando meglio dei ‘Big Three’ al loro meglio. Il ritmo, l’intensità, la velocità… sono irreali. Ma questo non significa che batterebbero Rafa al suo apice sulla terra battuta. Il suo gioco sulla terra battuta era così unico, con il suo effetto, i suoi schemi, la sua forza mentale. Secondo me Alcaraz poteva vincere 2 o 3 partite su 10. Ma Rafa avrebbe vinto le altre. Quello di cui sono certo è che Sinner e Alcaraz stanno portando il tennis verso una nuova dimensione. Stiamo assistendo all’evoluzione del gioco proprio davanti ai nostri occhi”, ha dichiarato il francese in un post su Linkedin.





