Rivoluzione nel mondo del tennis, arrivano le parole che scuotono i tifosi e gli appassionati: bisogna cambiare tutto, cosa sta succedendo
Il mondo del tennis potrebbe andare presto incontro a una totale rivoluzione. I cambiamenti degli ultimi anni, pur cercando di aumentare lo spettacolo, non hanno infatti preso in considerazione alcuni limiti evidenti e fondamentali in uno sport agonistico: la salute dei giocatori, degli addetti ai lavori chiamati a sforzi sempre più gravosi per poter cercare di soddisfare le aspettative di un circo mediatico che rischia, in questo modo, di implodere su se stesso.

In un periodo storico che soffre di un desiderato e inseguito gigantismo ad ogni livello, il mondo dello sport non si sottrae a questa legge non scritta. Non sorprende quindi che, come il calcio sta cercando di espandersi oltre ogni limite, anche il tennis ha seguito in questi anni le sue orme, aumentando il numero di tornei con la speranza di poter mantenere alta la qualità. Speranza spesso vana.
Di questo passo, le cose non potranno certo migliorare. Questo almeno è il grido d’allarme lanciato apertamente, nelle scorse ore, da un big come Taylor Fritz, che ha sottolineato come forse avrebbe dovuto rinunciare a partecipare a Washington, anche a rischio di vedersi mettere uno “zero in curriculum” per via di un regolamento che impone la partecipazione a un certo numero di 500.
Un grido di allarme preso e fatto proprio anche da un altro grande nome del mondo del tennis, pronto addirittura a invitare a una sorta di ribellione contro un sistema che non si fa più carico delle esigenze dei giocatori: “Bisogna cambiare tutto“.
Svolta nel mondo del tennis, arriva l’annuncio che sorprende gli appassionati: troppi tornei, bisogna cambiare
Reduce da una stagione sull’erba che ha dovuto saltare totalmente a causa di un precedente infortunio, anche il francese Arthur Fils ha voluto far sentire la propria voce su un tema caldissimo in questi anni, ossia quello relativo al numero di impegni presenti nel calendario dell’ATP.
Un numero di tornei che si è moltiplicato negli ultimi tempi, e contemporaneamente si è irrigidito a causa di regolamenti che di fatto obbligano i giocatori a scendere in campo spesso, anche in tornei di cui farebbero volentieri a meno, per non rischiare sanzioni.

Di fatto, una serie di norme che legalizzano quello che appare a tutti gli effetti una sorta di ‘ricatto’ nei confronti di tanti big del circuito. Lo ha confermato lo stesso tennista francese con parole che non lasciano spazio a dubbi: “Ci sono troppi tornei, il calendario è troppo fitto. I Masters 1000 di due settimane sono molto lunghi e non è facile gestirli“.
Il problema è che i direttori dei tornei dovrebbero riflettere su questo tipo di problematiche, perché avere giocatori che si lamentano, o che non possono giocare a causa di infortuni, non è certo il risultato cui si tutti dovrebbero aspirare: “Spero proprio che le cose cambino con il tempo“. Una speranza che molti appassionati si sentono di condividere.





