Il giocatore romano non è ancora rientrato in pista dopo la precoce eliminazione a Wimbledon: il ranking fotografa bene il momento
“Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi dei giorni per pensare, per decidere cosa fare del futuro, perché stare in campo così non è quello che voglio“. È passato un mese esatto dal grido d’allarme, innanzitutto nei confronti di se stesso, lanciato da Matteo Berrettini nella pancia dell’All England Club dopo la clamorosa sconfitta patita al primo turno di Wimbledon dal polacco Kamil Majchrzak, e nulla è cambiato.
O meglio, evidentemente l’annunciato periodo di pausa non ha ancora scatenato la decisione di tornare in campo, a battagliare su ogni singolo punto per riprendersi quello status che gli infortuni, la sfortuna ma anche una certa fragilità mentale, gli hanno tolto.
Matteo è sparito. Sparito dal circuito ATP. Dopo l’eliminazione ai Championships ha dato forfait per i tornei di Gstaad e Kitzbuhel, quelli che lo scorso anno lo videro protagonista di una splendida doppietta. Già con la doppia rinuncia il tennista romano ha perso 500 sanguinosi punti ATP che lo hanno fatto scivolare fuori dalla Top 50. Poi è arrivata anche la comunicazione sulla non partecipazione al Masters 1000 di Toronto, altra occasione che sarebbe stata utile per testare le proprie condizioni in vista del grande appuntamento di New York di fine agosto.
Già, gli Us Open, il torneo che nel 2023 lo vide ritirarsi, in lacrime, nel match di secondo turno contro il francese Rinderknech per una lesione parziale del legamento peroneo-astragalico inferiore. L’ennesimo guaio fisico nella carriera dello sfortunato atleta.
Berrettini salta anche Cincinnati: in forte dubbio per New York
Proprio poche ore fa è arrivata un’altra notizia, che a questo punto nemmeno sorprende più di tanto: l’ex numero 6 del mondo non parteciperà nemmeno all’ATP Masters 1000 di Cincinnati, ultimo appuntamento prima dello Slam americano.
Lo scorso anno l’azzurro uscì dalla kermesse in Ohio per mano di Holger Rune, che rimontò il set di svantaggio col quale si era aperto il confronto. Al di là dei pochi punti che andrà a perdere rinunciando a giocare a Cincinnati, quel che preoccupa è lo scenario in vista degli Us Open.
Con zero partite (e forse anche senza allenamenti) nelle gambe prima del Major statunitense, diventa davvero complicato ipotizzare la presenza di Matteo a Flushing Meadows. Intanto, ovviamente, il ranking continua a ‘piangere’: nell’aggiornamento LIVE sul sito dell’ATP, l’ex allievo di Vincenzo Santopadre è già in 59esima posizione, con realistiche prospettive di uscire dalla Top 70 se non dovesse giocare fino alla conclusione dello Slam.
