Flavio Cobolli trema guardando la classifica, gli servirebbe un miracolo per evitare il peggio: ecco come stanno le cose
Reduce da un “bye” al primo turno e dalla vittoria all’esordio contro il padrone di casa Alexis Galarneau (6-4, 5-7, 6-4), Flavio Cobolli tornerà protagonista al Masters 1000 di Toronto nella giornata di oggi. L’azzurro giocherà contro l’ungherese Fabian Marozsan, numero 56 al mondo, in un match che si prospetta parecchio combattuto.

Nel caso dovesse spuntarla, il classe 2002 romano se la vedrà poi col vincente del derby americano tra il più quotato Ben Shelton e la mina vagante Brandon Nakashima. In entrambi i casi sfiderà dunque un tennista molto forte, ma Flavio ormai può ritenersi un top player e sicuramente scenderà in campo senza alcun timore reverenziale. D’altronde, l’aver raggiunto il numero 17 al mondo gli ha donato ulteriore consapevolezza nei suoi mezzi.
Cobolli e il ranking, forte rischio batosta: gli ultimi aggiornamenti parlano chiaro
A proposito di ranking, tuttavia, non possiamo non sottolineare che Cobolli corre un rischio altissimo in quel di Toronto. Tante delle posizioni guadagnate ultimamente, infatti, svaniranno qualora dovesse incappare in una battuta d’arresto. Se vi state chiedendo il motivo, è molto semplice. Ve lo spieghiamo in maniera dettagliata.

Come dicevamo, Cobolli è arrivato a Toronto da numero 17 al mondo. Un piazzamento guadagnato in occasione dell’ultimo aggiornamento ufficiale del ranking, grazie al secondo turno raggiunto all’Atp 500 di Washington. Stesso a Washington, però, nel 2024 fu capace di spingersi fino alla finale e questa settimana scarta proprio il bottino di punti guadagnato lo scorso anno negli States.
Tradotto in cifre? Nel momento in cui vi scriviamo, la classifica live ci racconta che Flavio è sotto di ben 280 punti rispetto a quando è atterrato in Canada. Di conseguenza – sempre stando a quanto riporta la graduatoria aggiornata in tempo reale – ha virtualmente perso quattro posizioni passando dalla numero 17 alla numero 21.
Cosa deve fare per conservare il suo piazzamento ufficiale? Premettiamo che non dipende soltanto da lui. Ma orientativamente dovrebbe “bastargli” centrare la semifinale sul cemento nordamericano. Una missione non proibitiva, ma di certo complicatissima.
A proposito, già che ci troviamo, chiudiamo proiettandoci verso quello che sarebbe una sorta di miracolo: nel caso in cui l’azzurro dovesse riuscire a vincere il suo primo Masters in carriera, arriverà a quota 3055 e alle soglie della top-10 tra la 12esima e la 13esima posizione. Incrociamo le dita.