Il giocatore tedesco, ancora in corsa per la vittoria finale a Toronto, ha lanciato l’ennesimo dardo avvelenato verso l’ATP
Rientrato in campo nell’ATP Masters 1000 di Toronto ad un mese esatto dalla deludente sconfitta di Wimbledon, che provocò anche la successiva conferenza stampa choc in cui il tennista gridò al mondo tutto il suo disagio esistenziale, Sascha Zverev ha risposto al momento negativo come solo i campioni sanno fare: lottando sul campo. E soprattutto vincendo.

Chiamato a reagire dopo la crisi aperta dalle sue stesse parole (e dai risultati oggettivamente deludenti di un 2025 che ha regalato ben poche soddisfazioni al nativo di Amburgo), il giocatore è sembrato trasformato rispetto alle prestazioni messe in campo sia nei tornei sulla terra battuta che nella breve ma intensa campagna sull’erba.
Già protagonista di diverse polemiche lanciate nei confronti dell’ATP dapprima per la dimensione delle palline utilizzate agli Internazionali d’Italia, e poi per la collocazione (a suo dire infelice) del torneo della sua città Natale (quando tra l’altro perse in ottavi di finale da Alexandre Muller anche a causa di un fastidioso virus intestinale), il numero tre del mondo è tornato a ruggire nei confronti dei vertici del tennis mondiale.
L’occasione gli è stata data dalla partecipazione del tedesco al podcast ‘Nothing Major‘, in cui si è trattato il tema dell’organizzazione dell’Open del Canada, uno dei tornei ATP Masters 1000 spalmati su 12 giorni anziché sulla sola settimana di gioco, come accade ad esempio a Monte Carlo e a Parigi-Bercy.
Zverev non ci sta: ennesima polemica con l’ATP
“Ci sono i nove eventi 1000, che sono obbligatori: la maggior parte di essi ora dura due settimane, tranne Monte Carlo e Parigi. Credo che siano le due settimane migliori del calendario ATP. Penso che per un appassionato e per ogni singolo tennista, Parigi-Bercy sia stato fantastico l’anno scorso. Ci arrivi, giochi le tue cinque partite e te ne vai. Non devi rimanere lì o allenarti tra una partita e l’altra. Era così che si svolgevano i Masters e credo che a tutti i tennisti andasse bene“, ha esordito il giocatore.

“Penso che questo sia un argomento su cui l’ATP debba riflettere seriamente e trovare una soluzione, e a dire il vero, non ho sentito un solo giocatore dire di gradire i Masters di due settimane. Non credo che piaccia nemmeno ai tifosi aspettare due giorni prima che il loro giocatore preferito torni a giocare. Capisco che il tennis sia un business, ma non sono sicuro che il piano aziendale stia funzionando molto bene in questo momento“, ha poi concluso Zverev.





