Cosa succede a Matteo Berrettini? L’azzurro non dà segnali di reazione, cresce la paura tra gli appassionati italiani
E così, Matteo Berrettini ha deciso di rinunciare anche allo US Open, chiudendo probabilmente la sua stagione con largo anticipo. ll 29enne romano aveva già dato forfait ai Masters 1000 di Toronto e Cincinnati, dopo non essersi presentato agli Atp 250 di Gstaad e Kitzbuhel a difendere il titolo di campione. È scivolato fuori dalla top-50, e adesso sul suo futuro aleggiano nuvole nere che promettono tutt’altro che bene.
Tutto è cominciato durante la parentesi sulla terra battuta, quando l’azzurro ha accusato a Madrid l’ennesimo infortunio agli addominali. Un acciacco che l’ha costretto a ritirarsi dagli Internazionali d’Italia e dal Roland Garros, e successivamente a disertare l’Atp 250 di Stoccarda e l’Atp 500 del Queen’s. Matteo è poi tornato in campo a Wimbledon, dove però ha racimolato una cocente sconfitta all’esordio.
Cosa succede a Matteo Berrettini? Le ultime
Una battuta d’arresto dolorosissima, dicevamo, che Berrettini ha commentato così: «Dopo Roma ho passato settimane difficili, ho avuto tanti momenti di down in cui dovevo decidere se provarci o non provarci. Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa».
Berrettini a Wimbledon ci era arrivato in forma discreta. Il problema si è rivelato un altro: la testa. «Forse mi sono rotto pure quella…», ha scherzato amaro l’azzurro. «Fisicamente sono rimasto sorpreso, stavo pure meglio del previsto. Quello che è mancato è stato il mio solito atteggiamento e l’energia che mi ha sempre caratterizzato. Il tennis è stato molto duro con me in questi ultimi mesi. Ho bisogno di prendermi tempo per riflettere e capire cosa fare del futuro. Perché stare in campo così non è quello che voglio», ha sottolineato.
E ora, cosa succede? Come vi abbiamo anticipato, non è da escludersi che la stagione 2025 di Berrettini si sia già conclusa. A sostenere questa tesi ci sono anche i colleghi di Ubitennis, i quali danno quasi per certa la sua mancata convocazione in Coppa Davis e aggiungono:
“A 29 anni, Berrettini non è né finito né perduto, ma questa volta, per tornare, non servirà solo il rodaggio fisico. Servirà tempo, pazienza, un nuovo approccio. Serve ritrovare il gusto del gioco, la leggerezza del gesto e la forza mentale per farlo; il tennis è uno sport crudele quando la mente vacilla, ma può anche essere una via di salvezza. Se Matteo riuscirà a capirsi fino in fondo, a fermarsi davvero prima di ripartire, allora potrà ancora scrivere pagine importanti, perché il talento c’è, ma ora ha bisogno di tempo. Tempo per guarire, tempo per ritrovarsi e tempo per ricominciare. Ancora una volta”.
Staremo a vedere se il “nostro” riuscirà a rendersi protagonista dell’ennesima rinascita. Intanto, la preoccupazione resta, e anche un po’ di timore che il suo percorso possa essersi concluso nel peggiore dei modi.
