Il tennista numero uno diviso tra gioie e dolori, i momenti di trionfo e quelli più complicati da superare: è stato svelato tutto poco fa
L’estate sta volgendo rapidamente al termine ed il mondo del tennis, in un certo senso, non potrebbe esserne più felice. Perché si sa come gli US Open, l’ultimo Slam della stagione che ha luogo a New York sul finire di agosto, resti ad oggi uno degli appuntamenti più attesi da tutti.

Lo sa bene Jannik Sinner che dopo la sfortunata finale persa per ritiro a Cincinnati, vuole tornare a vincere sul cemento. E allora i campi di Flushing Meadows potrebbero effettivamente dare una grande occasione di riscatto al numero uno al mondo.
Allo stesso modo nelle scorse ore è successo qualcosa che ha decisamente commosso i tifosi dell’altoatesino.“Nel tennis le cose cambiano in fretta. Mi preparo per vincere più partite possibili ma a volte certe situazioni difficili aiutano ad aprire gli occhi”, una citazione di SInner.
Sinner a cuore aperto: “È stata dura”
Inizia così, con una frase significativa detta da Jannik Sinner in persona, il documentario prodotto da Rolex e dedicato al numero 1 del tennis mondiale. “Jannik Sinner – The Return”, il titolo del corto della durata di dieci minuti nei quali il 24enne altoatesino si è aperto, mostrando forze ma anche debolezze.

Come il caso Clostebol, una vicenda che ha segnato di fatto Jannik e che per mesi lo ha letteralmente tormentato in campo e non solo. Il documentario ripercorre l’ultimo anno e mezzo, dal successo agli Australia Open 2024 passando per il titolo di numero 1 del Ranking ATP fino alla vittoria, un anno fa contro Taylor Fritz, degli US Open. Un Sinner che da allora è cambiato, è maturato e ha dovuto affrontare una batosta importante. La scorsa primavera la sospensione di tre mesi, nonostante non sussistesse volontarietà o colpevolezza del campione di San Candido, a causa della positività ai test antidoping dove venne fuori il Clostebol, sostanza proibita ma non dopante che Sinner si ritrovò somministrata con una crema dal suo ex fisioterapista.
Tre mesi di silenzio, di duro lavoro in campo, che lo hanno portato a disputare sia la finale degli Internazionali d’Italia che quella del Roland Garros, entrambe perse contro Alcaraz. Il documentario mostra la preparazione in quella settimane difficili e di come Jannik alla fine sia riuscito, nuovamente a splendere. Il punto più alto si chiama Wimbledon, un successo già entrato alla storia e che non sarà di certo l’ultimo per Jannik. Viene ripercorsa la sua infanzia, quando gli sport principali praticati in famiglia erano altri.
Jannik era un piccolo campioncino anche sugli sci ma poi la decisione, nemmeno adolescente, di coltivare la passione già nata da un po’ per il tennis. “È stata la scelta migliore per me”, dice Sinner sottolineando come sia stato comunque difficile andare via da casa e dai suoi affetti ancora giovanissimo. “La struttura dove mi allenavo era lontana 7 ore da casa”, ha ammesso emozionato il tennista azzurro.





