Un momento di grande commozione che riguarda Jannik Sinner: i tifosi del numero 1 al mondo sono finiti in lacrime, ecco perché
Quando si parla di Jannik Sinner ci si riduce spesso al lato sportivo che riguarda il numero 1 del tennis mondiale. E, probabilmente, è giusto così. Non potrebbe essere altrimenti. Ma il 24enne di San Candido ha saputo mostrare in più occasioni una profondità ed uno spessore fuori dal comune, anche lontano da racchetta e palline.

Recentemente è stato al centro di un meraviglioso documentario prodotto da Rolex, uno dei main sponsor del tennista italiano, nel quale è stato ripercorso l’ultimo anno e mezzo di Jannik. Dalla doppia vittoria agli Australian Open al successo agli US Open un anno fa, nel mezzo sia la doppia sconfitta con Alcaraz a Roma e Parigi che soprattutto, pochi mesi prima, la sospensione di tre mesi per il Caso Clostebol. Un macigno vero e proprio che Jannik ha trascinato sulle spalle, in maniera del tutto immeritata, fino alla rumorosissima risoluzione della questione.
Oggi, il presente si chiama US Open, la voglia di tornare a combattere per l’ultimo Slam del 2025 sui campi in cemento di Flushing Meadows. Ma intanto nelle scorse ore è stato pubblicato un pezzo davvero toccante, firmato dal ‘New York Times’ nel quale ci si concentra sì sulla parte sportiva ma soprattutto sul lato umano, di Sinner e della sua tanto unita famiglia. Un aspetto extratennistico troppe volte ingenerosamente ignorato.
Sinner, retroscena da brividi: c’entra la famiglia
“Potrebbe soddisfare ogni desiderio con pochi tocchi sul suo telefono. Ma è tornato a casa”. È questa una delle tante frasi toccanti che il quotidiano newyorkese ha voluto dedicare al racconto di Sinner, alla sua umiltà, la sua voglia di rimanere ancorato coi piedi per terra e allo stesso tempo provare a battere ogni record in campo.

La Stella Polare di Jannik sono papà Hanspeter e mamma Siglinde, oltre al fratello Mark. Una famiglia solida, unita, con valori che hanno portato un ragazzo umile a conquistare in pochi anni il mondo del tennis. Giocare a carte con gli amici, fare passeggiate, giocare a golf col papà (quando è libero dal lavoro di Chef). Un ragazzo comune che in campo si trasforma in un alieno. “Siamo in salute e ci divertiamo insieme. Affrontiamo vittoria e sconfitta allo stesso modo”, aveva detto Jannik in un’intervista prima di Cincinnati facendo poi capire l’importanza della sua famiglia e dei rari momenti a casa, dove ha ancora tante amicizie a cui è legato, oltre ai parenti.
“Nei momenti importanti ci sta tornare a casa e vedere le persone che amo“, ammise Sinner che il più delle volte nell’arco dell’anno è in giro per il mondo a giocare. “Lui vuole disperatamente rimanere un ragazzo semplice, con una famiglia semplice, figlio di un cuoco e una cameriera e fratello di un istruttore dei vigili del fuoco. Dopo aver ammesso l’assenza dei suoi genitori a New York (“Troppo lontano”) ha dato un cenno sul suo futuro: “Gli altri sanno come gioco e possono raggiungermi. Devo sempre migliorare”, ha concluso il 24enne che dopo il torneo avrà modo e tempo di tornare a casa sua, a Sesto.





