Il tennista piemontese, uscito prematuramente dagli Us Open, traccia un bilancio della sua stagione: c’è la rivelazione extra-campo
Nonostante l’inopinata, e certamente prematura, eliminazione a New York patita per mano dell’australiano Tristan Schoolkate al match d’esordio degli Us Open, Lorenzo Sonego ha comunque guadagnato due caselle in un ranking ATP che ormai lo vede stabilmente galleggiare tra la Top 50 e la Top 40.
Appaiono invero un po’ lontani i tempi in cui – parliamo dell’ottobre 2021 – il giocatore nativo di Torino sognava di entrare nella Top 20, forte della 21esima posizione appena raggiunta, che poi sarebbe stata la vetta più alta di una carriera che ad ogni modo, giusto due anni dopo, gli avrebbe regalato la gioia di una Coppa Davis vinta da assoluto protagonista.
Già in qualche modo specialista – curiosamente – dei tornei del Grande Slam, dove il piemontese si esalta nelle lunghe battaglie sl meglio dei cinque set, Sonego nel 2025 ha dovuto fare i conti con quella maledizione chiamata Ben Shelton. L’estroso tennista americano ha infatti spezzato il sogno di Lorenzo in tre dei quattro Major stagionali.
A Melbourne in regime di quarti di finale, a Parigi (l’altro grande torneo salutato troppo presto) al primo turno, mentre a Wimbledon l’azzurro ha ceduto in ottavi di finale al termine di una battaglia che ha ricordato molto da vicino – anche nell’andamento, oltre che nell’esito – quanto accaduto sul cemento australiano ad inizio anno.
Raggiunto dai microfoni de ‘Il Corriere di Torino‘, Sonego ha tracciato un bilancio del suo 2025 e del suo percorso nel competitivo tennis dei giganti, spaziando anche su argomenti che, per sua stessa ammissione, non sono propriamente tra i più gettonati nei discorsi coi colleghi di campo e di spogliatoio.
Sonego dallo sport alle guerre: rivelazione choc
“La parola amore mi rievoca i legami affettivi familiari e anche i ricordi più belli delle sfide disputate in campo. Sono i grandi momenti e le grandi emozioni vissute durante i tornei. Parlo della semifinale a Roma, della vittoria contro Djokovic a Vienna, delle maglie azzurre vestite in più occasioni, e dei titoli conquistati a livello ATP“, ha rivelato quasi commosso il tennista.
“La stagione era partita bene con un gran risultato a Melbourne, poi c’è stato un periodo di assestamento nel quale non sono riuscito a portare in campo quanto fatto di buono in allenamento. Nel complesso sono però soddisfatto dei risultati ottenuti. Ho migliorato molto il gioco dalla parte sinistra, con il rovescio sia in fase di risposta che di scambio. Sono diventato più propositivo andando di più a rete e cercando di costruirmi più velocemente i punti“, ha proseguito.
“Noi tennisti in un certo senso viviamo in una bolla, non parlando quasi mai di guerre e tragedie, neppure con coloro che rappresentano, da una parte e dall’altra, le nazioni in conflitto. Personalmente cerco di essere un esempio positivo e credo che lo sport possa e debba unire attraverso i suoi valori fondanti. Questo il mio modo di contrastare le brutture. Molto importante inoltre rimanere umili e ricordare i sacrifici fatti per arrivare dove siamo“, ha concluso l’azzurro.
