Il talento americano, costretto al ritiro nel Major di casa, deve dare forfait ad un altro importante appuntamento: tifosi scossi
Il pubblico di Flushing Meadows aveva già iniziato a sognare. Del resto lo stato di forma del giocatore, finalmente capace di coniugare con risultati più che apprezzabili il genio con la sregolatezza tipica del personaggio, aveva autorizzato ad immaginare un percorso migliore. Glorioso. Magari anche stupefacente.

Reduce dalla bella vittoria all’Open del Canada, a cui è seguita l’eliminazione in quarti di finale a Cincinnati per mano di un Sascha Zverev indubbiamente più fresco di lui, Ben Shelton si è presentato a New York nella veste di guastafeste dei favoriti campioni che rispondono ai nomi di Djokovic, Sinner ed Alcaraz.
Dopo aver superato agevolmente i primi due turni del Major americano, il numero 6 del mondo ha dovuto fronteggiare l’ostacolo rappresentato da Adrian Mannarino, il sempre ostico tennista francese che lo ha costretto al quinto set. Proprio prima di iniziare il parziale decisivo, ecco la notizia sconvolgente: Shelton non ce la fa. Shelton si ritira. In lacrime, come inevitabilmente era legittimo che fosse.
Costretto dunque ad abbandonare la contesa per un insopportabile dolore alla spalla, il classe 2002 nativo di Atlanta deve ora fare oltretutto i conti con un recupero fisico compresso dal fitto calendario dell’ATP. E non solo.
Dal 19 al 21 settembre prossimi infatti, al Chase Center di Francisco, ci sarebbe stato l’importante appuntamento con la Laver Cup, la kermesse che nell’edizione 2025 vedrà il Resto del Mondo (Stati Uniti compresi, dunque, per l’occasione capitanati dalla leggenda Andre Agassi) affrontare il Team Europa in una tre giorni di sfide sempre suggestive.
Shelton e Paul ko: arriva l’amara conferma
È arrivata già la conferma, veicolata attraverso il profilo Instagram ufficiale dell’evento, del tennista chiamato a sostituire il talentuoso mancino americano. Che non è nemmeno il solo a dover rinunciare a rappresentare la sua squadra nella competizione ideata tanti anni fa da Roger Federer.

Anche il connazionale Tommy Paul, numero 14 del mondo prima degli Us Open e ora scivolato in 15esima piazza, è costretto a non partecipare alla Laver Cup. Uscito sconfitto da Alexander Bublik nella battaglia, durata 5 set, in regime di terzo turno, il simpatizzante Lazio lamenta dei fastidi ai muscoli addominali: inutile rischiare di compromettere la parte finale della stagione, ancora ricca di appuntamenti sia sul cemento asiatico che in quel di Parigi, per il prestigioso ATP Masters 1000 indoor.
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In luogo di Shelton e Paul, saranno Alex Michelsen e Reiily Opelka i giocatori chiamati a non far rimpiangere i più quotati colleghi in una competizione che, per la squadra europea, dovrebbe ancora poter contare sulla presenza di Alcaraz, Zverev, Rune, Mensik e Ruud. Oltre che del nostro Flavio Cobolli.





