Carlos Alcaraz sbotta dopo le critiche. Lo spagnolo non ci sta e passa al contrattacco: ecco tutta la verità del numero uno al mondo
Il ritorno in vetta alla classifica mondiale e lo status di uomo da battere di qui a fine stagione, ma non solo. Il trionfo allo US Open è valso a Carlos Alcaraz anche la rivincita contro un nutrito gruppo di detrattori. Quelli che, dopo l’uscita del suo documentario su Netflix, l’hanno aspramente criticato per alcuni aspetti della sua vita privata.

Più precisamente, Alcaraz è finito nel mirino della critica per la sua frequente partecipazione a festini e serate in discoteca. Qualcosa di normalissimo per ogni ragazzo della sua età, ma che evidentemente per molti cozza con l’ideale immaginario della vita di un professionista.
A queste persone, dal canto suo, il giovane murciano ha risposto in campo con lo straordinario ruolino di otto finali consecutive in altrettanti tornei disputati, per un totale di ben sei titoli messi in bacheca tra Montecarlo e New York! Numeri spaventosi, a cui Carlos ci ha tenuto ad aggiungere qualche parola…
Alcaraz e le discusse feste in discoteca: la reazione dello spagnolo è senza peli sulla lingua!
Già. Stavolta, Carlos non si è trattenuto e ha mandato un chiaro messaggio ai suoi detrattori. Lo ha fatto proprio a margine del successo a Flushing Meadows, in un’intervista concessa al giornale spagnolo El Paìs. «Da quando è uscito il documentario si è parlato molto del mio stile di vita. La gente dice che mi piace molto fare festa e divertirmi! Chi non ama divertirsi?», ha esordito il numero uno al mondo.

Quello che la gente non sa è che Alcaraz, per riuscire a riscattare la sconfitta in finale a Wimbledon e arrivare allo US Open con nuove soluzioni anti-Sinner, ha dovuto lavorare molto duramente e fare sacrifici importanti. «Penso che sia per questo che lavoriamo, per questo che soffriamo, per questo che stiamo lontani da casa per così tanto tempo; per poi avere i nostri momenti e il nostro divertimento», ha sottolineato l’iberico.
«Ognuno si diverte a modo suo, a me personalmente piace uscire perché ho 22 anni. Chi non l’ha fatto a quell’età? Chi non si è divertito a 22 anni? Mi piace divertirmi con la mia famiglia e i miei amici, che si tratti di feste o meno. Si tratta di passare del tempo di qualità per poi essere motivati in vista dei tornei», ha concluso senza nascondere un po’ di fastidio.
In effetti, il discorso di Alcaraz non fa una piega. E dalla sua parte ci sono gli inconfutabili verdetti del campo. Se ne facciano una ragione i detrattori.





