Il tennista romano, fermo dal deludente primo turno di Wimbledon, ha annunciato il suo ritorno in campo: l’attesa sta per finire
Forse non è troppo tardi. Forse però è davvero l’ultima chiamata, questa, per il giocatore azzurro, fermo da ormai due mesi e mezzo ed in preda ad una crisi d’identità, oltre che di gioco, che ricorda molto da vicino quanto accaduto lo scorso anno. E l’anno prima ancora. Quando insieme a problemi fisici che continuavano ad accompagnarlo – tanto allora quanto ora, non a caso – il tennista romano accusava anche un forte calo di motivazioni, quasi un’assenza di felicità al momento di scendere in campo impugnando lo strumento del mestiere.

Lo sport, come la vita, offre però delle continue occasioni di riscatto. A patto di saperle sfruttare, queste diventano preziose opportunità per rialzare la testa, dimostrando innanzitutto a se stessi di poter ancora dire la propria ad alti livelli.
Matteo Berrettini, uno che ha disputato – primo italiano della storia ad esserci riuscito – anche una finale a Wimbledon, e che è stato numero 6 del mondo, non gioca una partita ufficiale dallo scorso 30 giugno. La sconfitta patita al primo turno dei Championships contro il polacco Kamil Majchrzak ha lasciato il segno, come evidentemente dimostrato dalle stesse parole del giocatore nella successiva conferenza stampa.
Da Wimbledon ad Hangzhou: Berrettini ci riprova
“Fondamentalmente sono stanco, stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi dei giorni per pensare, per decidere cosa fare del futuro, visto che stare in campo così non è quello che voglio“, dichiarò il giocatore nella pancia dell’All England Club. Detto fatto.

In rapida successione sono poi arrivati i forfait per i tornei di Gstaad, Kitzbuhel – Matteo non ha difeso i due titoli conquistati in Svizzera ed Austria l’anno prima – Toronto, Cincinnati e soprattutto degli US Open. La conseguenza è stata inevitabile, visibile agli occhi di tutti: il crollo nel ranking ATP.
Tutta la fatica fatta per rientrare nei primi 32 del mondo, godendo così degli indubbi privilegi di partire tra le teste di serie nei Major (cosa peraltro accaduta proprio a Wimbledon) è stata gettata alle ortiche con l’inattività di queste lunghe settimane.
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L’attuale 57esima posizione rischia di essere una vera condanna per ‘The Hammer‘, chiamato ora a scalare una discreta montagna prima di risalire la china. L’occasione, quella a cui vi abbiamo accennato nell’incipit, Matteo se l’è costruita iscrivendosi al torneo ATP 250 di Hangzhou, in Cina, dove proverà a raccogliere un risultato di prestigio sfidando, tra gli altri, tennisti come Andrey Rublev, Daniil Medvedev, Alexander Bublik e Corentin Moutet.





