Nonostante l’età, Djokovic continua a mantenere un livello molto alto: ecco qual è il suo segreto
Oggi, nel mondo del tennis, sembra ci sia spazio quasi esclusivamente per il dualismo tra Sinner e Alcaraz. Sono l’azzurro e lo spagnolo a essere i dominatori della scena, coloro che quasi sempre arrivano fino in fondo e si contendono i tornei più importanti, con gli altri a cui stanno rimanendo le briciole. Ma c’è, nonostante tutto, un Novak Djokovic che tiene botta da campione.

Il 38enne serbo, a lungo numero uno incontrastato, adesso ha dovuto cedere il passo ai due nuovi fenomeni della racchetta. E ha ammesso che ormai pensare di competere con loro nei match su cinque set è praticamente impossibile. Ad ogni modo, lui sta cercando di continuare a dare il massimo e lo testimonia il fatto che sia arrivato in semifinale in tutti e quattro gli Slam stagionali.
Una prova, l’ennesima, della sua classe infinita e della sua capacità di gestire le energie fisiche e mentali. Ovviamente, supportata dalla scelta di limitare i suoi impegni rispetto al passato. Ha già annunciato che non prenderà parte alle ATP Finals di fine stagione. Tra i suoi segreti, però, non c’è soltanto questo. Ecco cosa ha svelato.
Djokovic e le partite: “La battaglia nel tennis comincia già negli spogliatoi”
Intervenuto nel Jay Shetty Podcast, Djokovic ha rilasciato una lunga intervista, molto interessante, su quanto conti l’aspetto mentale nel tennis, ancor prima di scendere effettivamente in campo.

Ecco la sua argomentazione su questo tema: “La battaglia inizia molto prima della partita, i giocatori sono a contatto e si guardano, è tutto molto diverso da sport come calcio o basket. Negli spogliatoi, ci sediamo uno accanto all’altro, anche le squadre si guardano. Ci riscaldiamo anche in campo insieme prima di partite importanti e questo fa sì che il confronto inizi prima di giocare”.
Djokovic ha poi parlato anche di un altro aspetto particolare: “E’ difficile aspettarsi che qualcuno venga a chiederti un consiglio, anche se ci sono giocatori giovani che sono più aperti e flessibili. Dipende molto anche dal carattere, c’è chi è piuttosto timido, io comunque in determinati momenti dico che va bene parlare, sono aperto al confronto e a una comunicazione di questo tipo, perché aumenta il rispetto reciproco”.





