Jannik Sinner si è ritrovato, suo malgrado, al centro di un ‘furto’ da spy story: i tifosi restano a bocca aperta
Oltre al danno, la beffa. Per Jannik Sinner, quello delle ultime settimane, continua a non essere il miglior periodo della carriera. Prima ha perso la posizione di numero uno del mondo, sottrattagli da Carlos Alcaraz durante la finale degli US Open. Poi, si è ritrovato suo malgrado al centro di una ‘spy story’ degna di un film di 007, o qualcosa di simile. L’azzurro è infatti tra i nomi dei personaggi cui è stato sottratto qualcosa di molto prezioso, ben più del numero uno in classifica. Una storia che ha lasciato impietriti molti tifosi.

A svelare la notizia, più che clamorosa a guardar bene, è stato il giornalista investigativo americano Pablo Torre. Durante un episodio del suo podcast, il noto cronista, molto quotato in America e a livello internazionale, ha sostenuto di essere certo che la Cina abbia rubato a Jannik Sinner e ad altri campioni dello sport dei dati cerebrali.
Può sembrare una boutade, ma Torre è piuttosto convinto. Ha spiegato infatti che atleti del calibro dell’ex numero uno al mondo, ma anche di Mikaela Shiffrin, indossano un visore per allenare la mente e concentrarsi, e qualcuno avrebbe hackerato la tecnologia di biofeedback di questa apparecchiatura per conto del governo cinese, con finalità belliche decisamente raffinate.
Sinner ‘derubato’ dalla Cina: cosa è successo al campione azzurro
Prodotta dalla BrainCo, la tecnologia FocusCalm viene utilizzata all’interno di una sorta di “bandana” elettronica che può fornire dati sull’attività cerebrale, per aumentare la concentrazione e il relax in persone sottoposte a forti stress, come appunto gli atleti professionisti.
Fin qui tutto abbastanza normale. A rendere bizzarra questa storia sarebbe proprio l’intervento cinese per “hackerare”, peraltro in maniera costante, questi dati di sportivi di altissimo livello, tra cui non solo Sinner, ma anche Swiatek e Leclerc. Il tutto con un obiettivo preciso, in grado di far venire i brividi.

Sarebbero soprattutto finalità militari ad aver spinto la Cina a “derubare” questi colossi dello sport, allo scopo di addestrare i soldati del futuro. Una rivelazione clamorosa frutto delle indagini, durate mesi, condotte da Pablo Torre con Hunterbrook Media. Il giornalista ha avuto modo, infatti, di porre l’attenzione su BrainCo, visto che si tratta di una start-up sì cinese, ma con sede a Harvard.
Secondo quanto riferito durante il podcast, l’ipotesi più probabile è che questo furto sia stato finalizzato proprio alla creazione di futuri perfetti soldati per l’esercito di Pechino, addirittura soldati robot, o nella migliore delle ipotesi per creare scolari estremamente brillanti.
In ogni caso, qualunque sia la motivazione, si tratta di una storia assurda su cui le autorità indagheranno nei prossimi mesi per capire quanto ci sia di verso e se la situazione sia davvero tanto preoccupante.





