Daniil Medvedev ammette di avere paura, la sua rivelazione ha lasciato senza parole gli appassionati: ecco la confessione moscovita
Daniil Medvedev, si sa, è un tennista un po’ particolare. E le sue reazioni sopra le righe lo hanno reso uno dei personaggi più controversi del panorama internazionale. Tra proteste plateali, parolacce e gesti osceni (vedi l’ultimo “show” allo US Open), il classe ’96 moscovita riesce a guadagnarsi le luci dei riflettori anche – e soprattutto – se gioca male e perde. Quando gli si chiude la vena, diventa semplicemente incontrollabile, per la gioia del pubblico “caciarone” che sempre più spesso frequenta i tornei in giro per il mondo.

Allo stesso tempo, però, Medvedev è ben consapevole che tali siparietti non vanno a vantaggio della sua immagine e della sua carriera. È già da un po’ che si è infatti affidato ad una psicologa nel tentativo di trovare equilibrio. Se riuscirà a rimettersi in carreggiata – ritrovando magari anche quella brillantezza che lo portò in vetta al ranking – solo il tempo può dirlo…
Quel che è certo, intanto, è che l’Atp non ha mai lasciato impunite le malefatte del buon Daniil, infliggendo al russo una lunga serie di multe. L’ultima proprio in occasione dello slam newyorkese, dal valore complessivo di oltre 40.000 dollari (30.000 per condotta antisportiva e 12.500 dollari per aver rotto le sue racchette a fine match).
Medvedev e la serie infinita di multe: la rivelazione del russo
Medvedev ha affrontato il tema in conferenza stampa alla vigilia del suo debutto al Masters 1000 di Shanghai. «Ho paura nel pensare a quante multe ho pagato nel corso della mia carriera. Credo che se mi mostrassero tutte le multe ricevute probabilmente piangerei. Questo in fondo però dimostra che, in un certo senso, non gioco solo per soldi», ha esordito scherzando amaro. «Se giocassi solo per soldi non farei nulla di folle in campo, ma si tratta di emozioni, è la vita e si tratta dello sport», ha aggiunto.

Dopodiché, il russo si è soffermato sulla sua situazione spiegando: «Sarebbe bello vivere senza multe ma in campo sono molto emotivo e non posso farci niente». Il russo, dal canto suo, ritiene che vi sia anche un certo pregiudizio degli arbitri nei suoi confronti: «Ci sono tennisti che vengono colpiti molto di più rispetto ad altri. Non so se tutti voi lo sapete questo…».
Un concetto, quest’ultimo, che rende ancora meglio l’idea della “particolarità” del personaggio. A maggior ragione se rapportato alle parole rilasciate dallo stesso Medvedev all’Atp riguardo le vicende di Flushing Meadows. «La racchetta rotta alla fine? Era solo un po’ di disperazione. E poi ho pensato: ‘Probabilmente i tifosi adoreranno questo’. In realtà, nella borsa era rimasta una racchetta, e non lo sapevo. Ero, ovviamente, deluso dal risultato, deluso da come mi sentivo in campo, da come mi ero comportato in campo. Volevo sfogare la mia frustrazione, probabilmente non in campo, ma avevo i crampi e non riuscivo ad alzarmi. È stato sicuramente un atto di disperazione e un segno che avevo bisogno di un nuovo inizio».
Com’era la questione dei pregiudizi arbitrali?





