Il tennis cambia pelle senza perdere l’anima: l’ATP ha pubblicato il Rulebook 2026 e il modo in cui si calcolano i punti non è più una questione per addetti ai lavori. È una mappa nuova per giocatori, coach e appassionati che inseguono numeri, storie e futuro nella stessa direzione.
Rivoluzione nel Tennis: le nuove regole del Ranking ATP dal 2026
C’è un momento dell’anno in cui i conti non sono solo conti. Gli allenatori aprono i calendari, i team spostano i pin sulla mappa, i giocatori fanno due domande semplici: dove gioco, cosa difendo. Con il Rulebook 2026, l’ATP ha messo mano al cuore della sua classifica. Non è un ribaltone, è un affinamento che punta a rendere il ranking ATP più leggibile, più coerente e meno vulnerabile alle zone grigie.
Prima il quadro: la struttura del sistema a 52 settimane
Resta il pilastro. Ogni torneo “scade” dopo un anno esatto. I punti si sommano per risultati, con un tetto di eventi conteggiati e priorità ai tornei più importanti. Esempio concreto, verificabile: vittoria agli Slam vale 2000 punti, ai Masters 1000 vale 1000; gli ATP 500 e ATP 250 seguono a scalare. L’ATP Finals attribuisce punti a match vinti e si colloca come evento aggiuntivo. Questi elementi, consultabili sulle pagine ufficiali della classifica (fonte: atptour.com/en/rankings), non cambiano nella loro logica di base.
Il punto centrale arriva qui: dal 2026 l’ATP introduce chiarimenti e correttivi
Su come entrano ed escono i risultati nel breakdown, su quando si applicano gli “zero” per assenze ai tornei obbligatori e su come si gestiscono le eccezioni (infortuni, età, longevità). Il linguaggio del regolamento diventa più prescrittivo, con esempi applicativi, per ridurre interpretazioni divergenti tra tornei e giocatori. Tradotto: la tabella resta familiare, ma le “regole della porta girevole” dei risultati sono più nitide.
Due ambiti da tenere d’occhio:
Eventi obbligatori e “zero-pointer”. Il documento rafforza la tracciabilità di quando scatta uno “0” e quando può essere rimosso o sostituito. Per un top-20 che salta un Masters 1000 senza esenzione valida, la penalità è più prevedibile nella tempistica e negli effetti sul breakdown. Questo inciderà sulle scelte di calendario, specie nella parte centrale della stagione.
Eccezioni e Protected Ranking. La protezione rientra tra gli strumenti per non penalizzare chi rientra da stop lunghi. Il 2026 punta a standardizzare finestre, conteggi e comunicazioni. Qui l’obiettivo dichiarato è la trasparenza: stessa regola, stessi effetti, in ogni sede.
Cosa cambia, in pratica?
Immaginiamo un giocatore che nel 2025 ha semifinali da difendere a Monte-Carlo e un titolo 500 in primavera. Nel 2026, grazie alle nuove specifiche, saprà con anticipo quale risultato sostituisce cosa e quando un “0” (se presente) potrà essere rimosso alla caduta di un evento scaduto. Meno ambiguità, meno sorprese il lunedì. Più spazio a pianificazione consapevole.
Nota metodologica per chi vuole verificare:
Il dettaglio tecnico è nel Rulebook 2026 pubblicato dall’ATP. Al momento della stesura, non risultano annunci ufficiali che cambino i valori-punti degli eventi di vertice (Slam e mille). Se tabelle o casi particolari differissero nella versione finale, prevale ovviamente il testo dell’ATP. In dubbio? La consultazione diretta resta la fonte primaria.
Mi piace pensare che questo sia un passo verso una classifica che racconta meglio il campo.
Meno zone d’ombra amministrative, più merito sportivo in chiaro. Poi la domanda resta, e vale per chi legge: preferite un sistema che premia la continuità o uno che incoraggia picchi di eccellenza? La risposta, forse, sta nel prossimo tie-break giocato con un occhio al tabellone e l’altro, inevitabilmente, alla classifica ATP.






