Andrey Rublev non le manda a dire e tira in ballo anche il suo rivale: il suo sfogo lascia senza parole gli appassionati
Reduce dall’eliminazione all’esordio all’Atp 500 di Washington, Andrey Rublev si era presentato a Toronto con l’obiettivo di trovare il pronto riscatto, magari arrivando a giocarsi una finale nella categoria Masters 1000 che ormai manca da oltre un anno (Madrid Open 2024). E invece, il classe ’97 moscovita ha inanellato un’altra cocente delusione.

Dopo aver superato Hugo Gaston, Lorenzo Sonego e Alejandro Davidovich Fokina, Rublev è stato eliminato ai quarti di finale dell’americano Taylor Fritz, il quale è riuscito ad imporsi in due set col punteggio di 6-3, 7-6(4). Una sconfitta dolorosa per il russo, che a margine della partita – preso dalla frustrazione – si è reso protagonista di un duro sfogo in conferenza stampa.
Toronto, Rublev non le manda a dire: le sue parole sono chiarissime
“Fritz è uno dei migliori giocatori al mondo e sta ottenendo ottimi risultati”, ha esordito l’attuale numero 11 al mondo. “Ha raggiunto la semifinale a Wimbledon giocando una grande partita contro Carlos Alcaraz. Ora è di nuovo in semifinale qui. È dura servire contro di lui e, in generale, sta esprimendo un livello incredibile”, ha sottolineato. Fin qui, tutto regolare…

Solo che poi, il buon Andrey, si è lasciato andare a delle osservazioni un po’ particolari. “La partita? Non ho molto da dire. È semplice: si parla del servizio e del giocatore in grado di rispondere più spesso. In queste condizioni, non c’è molto tennis“, ha detto il moscovita visibilmente contrariato.
Il russo è quindi entrato nel merito aggiungendo: “Taylor ha servito in modo incredibile e risposto bene. Alla fine del secondo set ho giocato un brutto game al servizio sul 4-4 e lo stesso è accaduto a lui subito dopo. Nel tie-break ho avuto tre dritti a disposizione per chiudere lo scambio e li ho sbagliato, quindi non c’è molto da dire. Cosa intendo quando dico poco tennis? La superficie, le condizioni… ma sono le stesse per tutti“.
Inutile dire, che le parole di Rublev non sono passate inosservate tra appassionati ed addetti ai lavori. Molti ritengono, il suo, uno sfogo semplicemente senza senso, proprio perché “la superficie e le condizioni sono le stesse per tutti”. E in effetti, anche a noi è sembrato un pochino fuori luogo prendersela con il campo, quando avrebbe dovuto soltanto rendere merito all’avversario. Vedremo se le critiche gli serviranno da lezione.





