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Caro Kyrgios, dissentiamo. La terra è parte del tennis
C

Nick Kyrgios is back in town.

L’australiano è tornato a far parlare di sé per questioni che vanno al di là del tennis giocato. Il talento non è mai stato messo in discussione, e con esso neppure la capacità di far discutere.

E così – come già successo in passato – il crazy Aussie è tornato ad attaccare la terra battuta, superficie mai amata (per usare un eufemismo): “Non dovrebbe neppure esistere – ha tuonato Kyrgios – tutti i campi in terra dovrebbero essere sostituiti da campi in erba”.

Parole pesanti, che non devono essere piaciute ai tennisti ‘terraioli’, una sottocategoria molto nutrita di giocatori che hanno un feeling particolare con questa superficie. Spagnoli, argentini, italiani, francesi. Ma anche austriaci e tedeschi.

Su tutti però un nome e uno solo: Rafael Nadal, senza ombra di dubbio il numero uno di sempre sulla terra rossa, con le sue unidici vittorie al Roland Garros e al Masters 1000 di Monte Carlo (solo per citarne uno dei più importanti).

È per questo che in molti hanno interpretato le parole di Kyrgios come un attacco diretto proprio allo spagnolo. Un po’ come dire: senza la terra Rafa non sarebbe un campionissimo. Ci sentiamo di dissentire, caro Nick: Nadal è un campionissimo soprattutto per quello che ha fatto sulla terra, che è essenza, storia e futuro del tennis.

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