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Il fattore cruciale nel passaggio da terra ad erba, secondo Stan Wawrinka
I

Ha vinto 16 titoli Atp, tre differenti tornei del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros e Us Open), ma non è mai stato in grado di portare il suo tennis a livelli di eccellenza sull’erba. Al momento, sulla superficie più veloce le vittorie e le sconfitte di Stan Wawrinka si equivalgono (29-29) e l’unica finale raggiunta è stata nel 2013 a s-Hertogenbosch, quando fu sconfitto da Nicolas Mahut.

A Wimbledon il suo migliore risultato sono i quarti di finale, centrati nel 2014 e nel 2015.

Eppure l’obiettivo di Stan è quello di proseguire con quanto di buono fatto a Parigi, dove ha raggiunto i quarti di finale per la prima volta negli ultimi due anni (cosa che gli ha consentito di tornare in top-20 del ranking Atp). Da giorni si sta allenando al Queen’s, dove ha cominciato il torneo con il piede giusto battendo in due set il britannico Daniel Evans.

“Il passaggio da terra a erba è sempre molto veloce, ma ho cominciato prima la preparazione, nonostante il tempo fosse tutt’altro che buono. Lo swing sull’erba è molto breve, solo una manciata di tornei, spero di fare bene. La cosa più importante in assoluto sul verde, secondo me, è adattare bene i movimenti, restare bassi e fare passi brevi e veloci. Normalmente il mio gioco è più improntato su falcate più ampie“.

In generale, conclude Wawrinka, “penserò partita per partita, ogni avversario è duro e se pensi di aver già vinto in partenza, è il primo passo per essere fuori”.

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