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Fondo per i tennisti in difficoltà, Kyrgios contro Thiem: “Non capisce…”
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La proposta di Novak Djokovic di istituire un fondo di solidarietà per i tennisti in difficoltà sta incontrando parecchi consensi. A partire da Roger Federer e Rafael Nadal, sono molti i giocatori top-ranked che si sono detti disponibili a foraggiare questo fondo che andrebbe ad aiutare le centinaia di colleghi che, navigando nella parte bassa della classifica, si ritrovano in difficoltà economiche.

Se per i primi della classe, infatti, il tennis, oltre che una grande passione, è anche una ricca fonte di guadagni, non si può dire certo lo stesso per chi combatte quotidianamente per qualche punticino Atp. Quei giocatori vivono sostanzialmente di guadagni settimanali e con il circuito fermo a causa del coronavirus rischiano seriamente di dover presto mettere da parte la racchetta per trovare altre fonti di guadagno. E a risentirne potrebbe essere tutto il circuito.

Di qui l’idea di Nole, che oltre al consenso di tanti colleghi, ha già cominciato a raccogliere concretamente soldi, arrivando già a 4,5 milioni di euro. Tra le poche voci fuori dal coro, però, c’è quella di Dominic Thiem, che si è detto contrario a finanziare quel fondo. Il ragionamento dell’austriaco è questo: trattandosi di giocatori non professionisti, preferisco finanziare altre persone, altre situazioni, che non hanno a che fare con il tennis.

Ora, come hanno dimostrato, in primis, Federer, Djokovic e Nadal, non è che una cosa escluda l’altra. Ma quello che l’austriaco sottovaluta, probabilmente, è l’impatto che questa situazione potrà avere non tanto sui giocatori delle serie minori, che praticano quasi esclusivamente per passione, ma sui professionisti che navigano dalla centesima posizione in giù, specialmente se lo stop dovesse protrarsi ancora per diversi mesi.

Contro Thiem, recentemente, ha preso posizione Nick Kyrgios, che in un post su Instagram ha scritto: “Continua a non capire il punto. Noi che siamo al top veniamo pagati troppo e non possiamo neanche andare in giro. Qui si tratta di provare ad aiutare colleghi che non ce la fanno, professionisti e non. Provasse lui a mettersi al posto loro…”.

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