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Vi racconto come ho fatto un balzo di 500 posizioni. Intervista a Flavio Cobolli
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Flavio Cobolli, a 19 anni appena compiuti, è uno dei giovani tennisti italiani più promettenti. Nell’ultimo mese, ha vinto il Future di Antalya, ha conquistato la finale al Roma Garden Challenger 2, ed ha strappato la wild card al Tirrenia per le qualificazioni degli Internazionali d’Italia. Le ottime prestazioni gli sono valse un balzo in classifica di 500 posizioni. Attualmente, è il numero 450 del ranking, ma la sua intenzione non è certo quella di fermarsi!

Ieri, Cobolli, nel giorno del suo compleanno, ci ha concesso una piacevole intervista in cui ha parlato del magic moment che sta vivendo e di tante altre cose. Di seguito le sue parole.

Ciao Flavio, innanzitutto auguri per il tuo compleanno.

“Grazie mille, anche se lo sto trascorrendo in quarantena. Ma meglio così”.

Te lo saresti mai aspettato un regalo del genere per i tuoi diciannove anni?

“Sicuramente sono le prime vere soddisfazioni a livello professionistico, quindi sono molto contento di quello che sto facendo. Lavoro molto, mi alleno tanto. È tutto frutto di duro lavoro, ed è gratificante per me”.

Che emozione sarà tornare in campo agli Internazionali d’Italia?

“L’anno scorso ci ho giocato per la prima volta nelle qualificazioni. Dopo un set mi sono venuti i crampi per la tensione, ora sicuramente avrò un pizzico di esperienza in più e spero di giocarmela bene e dare il massimo”.

Mi racconti l’esperienza ad Antalya?

“Ad Antalya sono stato due settimane, giocando due tornei. Il primo non è andato bene, come del resto le prime uscite stagionali. La seconda settimana è stata strana perché venivo da un momento brutto, avevo litigato con mio padre, il quale se ne era andato lasciandomi da solo con Matteo Gigante. Nella difficoltà, magari, ho trovato quella giusta motivazione che da tempo mi mancava: è venuto tuto un po’ da solo, alla fine ho vinto il torneo”.

Tuo padre è anche il tuo coach. Come figura, quanto è stato fondamentale in passato e quanto lo sarà in futuro?

“Lui cerca sempre di dare il 100% e fa di tutto per farmi migliorare e stare bene. Sicuramente è una figura importante per la mia crescita. Ovviamente ci sono tanti alti e bassi tra di noi, ma certe cose avvengono solo per favorire la mia crescita. Litigare è un qualcosa che, purtroppo e meno male, ci sta. Siamo molto contenti di lavorare insieme e spero di continuare sempre con lui. Al mio team, ora, si è aggiunto anche Matteo Fago che darà una mano a papà”.

Che mi dici dei Challenger di Roma?

“Sentivo delle buone sensazioni già dal primo torneo, poi ho incontrato Andrea Pellegrino che stava molto in forma, mentre io ero abbastanza stanco. Questo mi ha deviato la strada, altrimenti sono certo che avrei fatto bene anche al primo torneo. Poi, ho avuto qualche giorno per riposarmi ed iniziare il secondo torneo al meglio della condizione”.

Quando hai capito che potevi arrivare in finale?

“Dal primo incontro sentivo che era la mia settimana e che potevo arrivare in fondo. Il match più bello, anche se ho perso, è stato proprio la finale. Ogni tanto si gioca bene pure quando si perde”.

Quali sono i tuoi punti forti e dove credi di dover migliorare?

“Devo migliorare sicuramente in tante cose. Per esempio al servizio, e mi riferisco alla percentuale della prima battuta. Poi devo crescere sicuramente nei tagli: back, volée, ecc… I miei punti forti, invece, sono il dritto, il rovescio e magari la velocità di braccio, come mi muovo. Diciamo che sono molto veloce”.

La pressione ti disturba o ti carica?

“Dipende. Ci sono dei momenti in cui la tua annata non sta andando bene e quindi la pressione ti può distruggere. Poi ci sono dei momenti in cui stai andando alla grande e la pressione ti aiuta a dare ancora di più. Quindi, in questo momento, la pressione non mi disturba, anzi mi aiuta a dare sempre il 100%”.

A chi ti ispiri?

“Mi sono sempre ispirato a Djokovic e Fognini. Adesso mi piace molto anche Rublev”.

Qual è la tua superficie preferita?

“È sicuramente la terra battuta, probabilmente perché in Italia sin da piccoli si gioca molto sul rosso. Siamo abituati a giocare poco sul veloce, però per quanto mi riguarda può diventare una buona superficie anche il cemento”.

Sinner, Musetti e Zeppieri: li conosci?

“Certo, sono tutti miei grandi amici. Mi devo complimentare con loro perché stanno facendo un ottimo lavoro”.

Vi scambiate consigli?

“No… (ride, ndr) siamo molto competitivi. Il fatto che uno fa meglio dell’altro e viceversa ci sprona a vicenda. Quindi per nostra natura non ci chiediamo consigli”.

Oltre gli Internazionali, quali saranno i tuoi prossimi impegni?

“Non ne ho ancora la più pallida idea sinceramente. Vivrò al meglio questo torneo, vedremo come andrà, poi mi confronterò anche con la Federazione per capire quale sarà la mia programmazione; e infine avrò da fare l’esame di maturità a giugno”.

Che obiettivi hai per il 2021?

“Ancora non mi faccio tanti problemi a livello di ranking, penso solo a divertirmi, a migliorare e a crescere come persona. Questo è il mio obiettivo per il 2021”.

Pensi che i prossimi Slam saranno ancora appannaggio dei big three?

“Sicuramente i favoriti per il Roland Garros sono ancora Nadal e Djokovic, diciamo che sulla terra i next gen fanno ancora un po’ di fatica a stare dietro a Rafa e Nole. Però sicuramente il vento sta cambiando. Secondo me tra Wimbledon e gli Us Open potremmo avere un vincitore diverso”.

a cura di Giuseppe Canetti

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