“È un sogno che si è realizzato, ancora una volta. Ringrazio il pubblico, anche oggi un’atmosfera stupenda. Ringrazio tutto il mio staff, i miei genitori, mia moglie; penso agli ultimi due match contro due giocatori fantastici, non è stato facile fisicamente e mentalmente, ma ho avuto grande fiducia nelle mie capacità”. E’ un Novak Djokovic raggiante, quello che solleva, per la seconda volta in carriera, la Coppa dei Moschettieri.
La vittoria al Roland Garros gli consegna il secondo “Career Gran Slam” per la seconda volta: “Sono felice e davvero onorato di essere il primo nella storia a vincere almeno due volte tutti i quattro Slam. Non potrei essere più fiero di ciò che ho fatto negli ultimi tre giorni: è sicuramente uno dei tre risultati più importanti della mia carriera”.
“Ho vinto una battaglia di quattro ore e mezza contro Rafa Nadal sul suo campo e ieri non mi sono allenato, così da avere più energie possibile per una nuova sfida contro Tsitsipas. Per lui era la prima finale, non aveva nulla da perdere e anche per questo poteva essere pericoloso. Mi aspettavo una buona partenza da parte sua e così è stato. Nei momenti delicati ha giocato meglio e nel secondo set io sono calato permettendogli di dominarmi”.
Ed ecco la chiave di volta del match: “Poi sono uscito dal campo, come successo nel match con Musetti, e al mio rientro ero un giocatore diverso. Ho trovato un break in avvio di terzo set, sono entrato nella sua testa, ho iniziato a muovere meglio la palla e il match è girato. Quando sono rientrato negli spogliatoi nella mia testa c’erano due voci. Una, particolarmente forte, mi diceva che non ce l’avrei potuta fare, che ormai era andata. Ma ho deciso di ascoltare la voce che invece mi suggeriva di continuare a provarci. Ripetendomi che ce la potevo ancora fare“.
Djokovic: “Voglio continuare a fare la storia. Sinner? Mi piace, ecco dei consigli per il futuro”