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Caso ‘palline killer’, arriva un’altra denuncia: “Avevo il gomito in fiamme”
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Si continua a parlare di “palline killer”. Dopo Stefanos Tsitsipas, Taylor Frtiz ed Elias Gastao, anche Pablo Carreno Busta ha voluto dire la sua riguardo un trend che sta mettendo a dura prova sia il circuito Atp sia quello Wta.

La denuncia di Carreno Busta

Pablo Carreno Busta in semifinale a Montreal
Foto Twitter Atp Tour

Carreno Busta è tornato a giocare da qualche settimana nel circuito Challenger, dopo uno stop di quasi otto mesi dovuto a un infortunio al gomito. L’ex top-10, oggi scivolato alla piazza numero 195 della classifica mondiale, sta faticando ad ottenere buoni risultati in questo frangente, ma ciò è anche normale quando un giocatore ha trascorso molto tempo lontano dal campo. Ciò che invece ha fatto scalpore è l’intervista che lo stesso spagnolo ha rilasciato ai microfoni di Punto de Break durante la quale ha ricondotto il suo infortunio alle palline utilizzate nei match.

“Sono sicuro che siano la causa del mio infortunio. Ad esempio, prima del Roland Garros mi stavo allenando con alcune palline all’Accademia per riprendermi dall’infortunio e tutto stava andando bene, stavo giocando dei set e le cose erano ok. Quindi sono passato alle palline del Roland Garros per iniziare ad allenarmi con le condizioni da torneo e dopo 20 minuti mi sono dovuto fermare di nuovo perché avevo in gomito in fiamme”, ha raccontato l’iberico al noto portale specializzato in tennis.

Ma qual è il problema?

Il problema risiede nel fatto che l’organizzatore di ogni torneo può fare una scelta in base alla propria disponibilità economica o in base alla tipologia di tennis che vorrebbe vedere durante l’evento. Ad esempio, in molti prediligono le palle più lente poiché alimentano scambi lunghi ed entusiasmanti.

“È chiaro che le palle sono molto diverse e il continuo cambio di palle ha un’influenza. La settimana scorsa abbiamo giocato con un marchio, questa settimana stiamo giocando con un altro…”, ha aggiunto Carreno Busta.

E per ovvi motivi, il problema diventa ancora maggiore a livelli più bassi. “Nel circuito Challenger è ancora peggio perché si cambia più spesso. Comunque, anche in quello Atp non si giocano mai due tornei con le stesse palle. Nello stesso swing, in Australia o sulla terra battuta, capita di cambiarle più volte. E questo giustifica il maggior numero di lesioni”, ha concluso il campione del Masters 1000 di Montreal 2022.

Come abbiamo scritto in apertura, lo spagnolo è solo uno dei tanti giocatori che si sono lamentati di questo fenomeno. Staremo a vedere se le loro rimostranze spingeranno le principali istituzioni tennistiche a prendere provvedimenti.

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