Tornato in campo a tre mesi e mezzo di distanza dall’ultima volta, il campione azzurro ha mostrato qualche lacuna: arriva la sentenza
Che non fosse semplice tornare a calcare, in una partita vera, ben diversa dalle pur impegnative sessioni di allenamento di questi mesi, il terreno di gioco, lo si sapeva. Forte di una concentrazione ai massimi livelli, e supportato da un talento che ovviamente non è stato scalfito dal forzato stop di tre mesi concordato con la WADA, Jannik Sinner ha rotto il ghiaccio, vincendo in due set il match di esordio a Roma contro l’argentino Mariano Navone. Un vero specialista del ‘rosso’.

6-3, 6-4, grazie a due chirurgici break piazzati nei momenti topici dei rispettivi set, è stato il punteggio con cui il numero uno del mondo, che nel frattempo ha virtualmente incrementato il suo vantaggio nei confronti dei rivali in classifica, ha regolato il sudamericano. Per completare l’opera, appena due giorni dopo, il fuoriclasse di San Candido ha vinto anche l’incontro di sedicesimi di finale contro l’olandese Jesper de Jong, anch’egli regolato in due set tutto sommato comodi.
C’era comunque tanta curiosità per vedere come se la sarebbe cavata l’altoatesino al debutto. Anche autorevoli addetti ai lavori avevano posto l’accento sulle insidie che il match, complice la presenza di un avversario ostico, avrebbe potuto riservare al leader del ranking mondiale. L’esame è stato superato brillantemente, sebbene ci siano ovviamente degli aspetti su cui migliorare.
Il debutto di Sinner: cosa non ha funzionato contro Navone
Intervenuto a ‘TennisMania‘, trasmissione visibile sul canale Youtube di OA Sport e avente come ospiti Guido Monaco e Massimiliano Ambesi, il giornalista Dario Puppo si è soffermato sulle aree di miglioramento emerse dalla prestazione di Jannik contro il rivale sudamericano.

“La risposta è l’aspetto che più mi ha colpito di Sinner. Un colpo che è già fenomenale nel suo repertorio, ma in cui contro Navone ha fatto un po’ di fatica. Io pensavo che potesse essere più indietro nei colpi a rimbalzo come il diritto, al di là del servizio“, ha sentenziato Puppo.
Giova rilevare come, nel secondo incontro dell’ex allievo di Riccardo Piatti a Roma, Sinner ha fatto immediatamente dei progressi. Forse, com’è normale che sia, non siamo ancora ai livelli d’eccellenza mostrati nell’arco di un 2024 da favola, ma la strada intrapresa sembra davvero quella giusta.