Esordio vincente ma con polemica per il numero sei del ranking Atp, Novak Djokovic: colpo di scena al Roland Garros
L’assassino, come si suol dire, ritorna sempre sul luogo del delitto. Non solo. Anche Novak Djokovic, infatti, è ritornato sulla terra rossa del ‘Philippe Chatrier’ a quasi un anno dall’emozioni della medaglia d’oro conquistata ai Giochi Olimpici di Parigi della scorsa estate.

Il fuoriclasse serbo prima ha preso confidenza con la terra battuta del Campo Centrale partecipando all’omaggio a Rafa Nadal, il Re di Parigi dall’altro dei suoi 14 trionfi, poi ha ripreso in mano la racchetta per iniziare il proprio percorso in questa edizione del Roland Garros.
Esordio sul velluto per il 24 volte campione Slam che ha sconfitto l’americano Mackenzie McDonald con un triplo 6-3 in poco meno di due ore di gioco. Tutto facile, dunque, per il fuoriclasse serbo. Non proprio visto che non è mancata la polemica, con tanto di colpo di scena.
Novak Djokovic: “Polemica con l’arbitro? Era tutto piuttosto confuso”
Nella conferenza stampa post-match Nole chiarito le ragioni della discussione con l’arbitro a metà primo set quando quest’ultimo non ha accolto la sua richiesta di chiudere il tetto nonostante la pioggia. “Stavo solo chiedendo quando avrebbero preso la decisione, se avrebbero chiuso il tetto e per quanto tempo avremmo dovuto giocare. La prima informazione che mi ha dato il giudice di sedia è stata che avevano deciso di aspettare. Così ho chiesto chi fossero “loro” e dove fossero; mi ha detto che i supervisor e gli altri avevano deciso di lasciare aperto“.
Il numero sei del ranking Atp ha poi precisato che anche il suo avversario si è lamentato della mancata chiusura del tetto tanto che quando ha subito il break sul 3-2 ha chiesto al supervisor perché non avessero chiuso subito il tetto ricevendo come risposta che avrebbero atteso un altro game.

“Era tutto piuttosto confuso, perché sembrava che sul radar avessero visto che avrebbe smesso di piovere, ma non sembrava che ciò sarebbe accaduto. Poi siamo arrivati al punto che il supervisor mi ha detto che stavano giocando sui campi esterni nelle stesse condizioni. Gli ho detto di sì, ma che eravamo su un campo coperto. Allora a cosa serve il tetto? Qual è il punto? Alla fine lo hanno chiuso, e credo che fosse quello che voleva la maggior parte dello stadio. È stata la cosa migliore per tutti, per i giocatori e anche per i tifosi“, ha puntualizzato il fuoriclasse serbo.
Insomma, è un Novak Djokovic combattivo, almeno dialetticamente, e, quindi, pronto a dare del filo da torcere a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, i principali favoriti per la conquista del secondo Slam stagionale.