Nonostante la pur onorevole sconfitta di Parigi al cospetto di Jannik Sinner, il fuoriclasse serbo incassa i complimenti della leggenda
Mai domo. Resiliente come suo solito, lottando fino all’ultimo punto della contesa e sportivo nell’accettazione della sconfitta al cospetto di un avversario, tale Jannik Sinner, leader del ranking mondiale da oltre un anno, che ha faticato non poco per vincere la sua resistenza.

Ci ha provato, Nole, a dare sostanza al suo sogno di vincere il 25esimo Major di una carriera che è già leggendaria. E che giusto poco meno di un anno fa è stata arricchita dall’oro Olimpico, ultimo grande trofeo che mancava alla collezione del serbo.
Pur venendo da esibizioni davvero deludenti sulla terra battuta, Djokovic ha raccolto energie e talento per provare a spezzare un’egemonia che, a livello di Slam, è appannaggio della coppia Alcaraz-Sinner dagli Australian Open del 2024. La missione, come noto, è fallita, ma tanto il pubblico quanto gli addetti ai lavori, nonché ex glorie del tennis moderno hanno sottolineato l’incredibile prestazione del nativo di Belgrado al cospetto del campione azzurro.
Djokovic lascia senza parole McEnroe: “Va studiato”
Intervistato da ‘Il Corriere della Sera‘ dopo aver beatificato in ogni modo Alcaraz e Sinner, protagonisti di uno scontro epico già iscritto di diritto nella storia del gioco, John McEnroe ha parlato della figura di Novak Djokovic e di cosa abbia comunque dimostrato a Parigi nonostante l’eliminazione in semifinale dopo tre tiratissimi set.

“Non posso fare altro che ammirarlo. Con gli amici, io lo chiamo il LeBron del tennis. Per ragioni di età fa fatica a stare dietro a Sinner e Alcaraz ma resta un prodigio, un uomo che la scienza deve studiare! E ha un’esperienza sconfinata, il suo vero asset. Zverev gli si è consegnato giocando troppo sulla difensiva ma Jannik ha una potenza e velocità di colpi che oggi non ha nessuno“, ha detto l’americano tornando sul percorso del serbo al Roland Garros.
“Perché Novak dovrebbe smettere, se è ancora così competitivo a 38 anni? Mi lascia a bocca aperta. Gli altri escono a pezzi dal confronto con quei due giovani fenomeni. Guardate Zverev: non si è mai ripreso dalla lezione impartitagli da Sinner in Australia. Un grande atleta, travolto dal migliore dei migliori. Ma Djokovic no, lui risorge sempre”, ha dichiarato colui che, dopo diversi anni, verrà sostituito da Andre Agassi come Capitano del ‘Team World‘ nella prossima Laver Cup.