Sinner-Djokovic, annuncio sconvolgente poco fa: cos’è successo

A due settimane dall’ultima sfida sul campo, l’azzurro e il serbo sono al centro di un retroscena raccontato dall’autorevole coach

Il passaggio di consegne è già avvenuto. Basta scorrere l’albo d’oro degli ultimi 6 tornei dello Slam, quelli disputati dal gennaio 2024 fino all’ultimo recentissimo Roland Garros: tre trofei vinti da Jannik Sinner, altrettanti da Carlos Alcaraz.

Djokovic e Sinner discutono a rete a Parigi
Sinner-Djokovic, annuncio sconvolgente poco fa: cos’è successo (Ansa Foto) – Tennisfever.it

I due fenomeni generazionali del tennis contemporaneo hanno dato seguito all’elevato carico di aspettative che gli addetti ai lavori riponevano nei loro confronti monopolizzando i Major – e non solo – per lo meno nell’ultimo anno e mezzo.

Certo. ci sono state le Olimpiadi di Parigi – un torneo che però sfugge, se vogliamo, alle logiche fondamentalmente individualiste delle partite del circuito ATP – in cui Novak Djokovic ha battuto Alcaraz conquistando il tanto agognato alloro Olimpico per la sua Serbia, ma il trend generale non mente.

Basti pensare, ad esempio, che negli ultimi 4 incroci tra il nativo di Belgrado e il numero uno del mondo, ha sempre prevalso quest’ultimo. Anche nell’ultimo match disputato nella Capitale parigina lo scorso 6 giugno.

Al di là dell’inevitabile calo fisico con cui il 24 volte campione Slam, dall’alto delle sue attuali 38 primavere sulle spalle, ha fatto progressivamente i conti negli ultimi mesi, è apparsa evidente la crescita esponenziale del fuoriclasse azzurro, nel frattempo diventato leader incontrastato (da oltre 12 mesi) della classifica mondiale.

Ma cosa è cambiato nella testa e nel gioco di Jannik Sinner da un anno e mezzo a questa parte? L’inaspettata rivelazione del super coach Darren Cahill – che, salvo clamorosi dietrofront, a fine anno lascerà lo staff dell’altoatesino – può essere, e di fatto è, davvero rivelatrice.

Cahill e il giudizio di Djokovic su Sinner: tutto spiegato

Fino alla sfida, in regime di Round Robin alle Nitto ATP Finals di Torino, tra Nole e Jannik, aveva sempre vinto il campione di Belgrado. Tre incroci e tre vittorie per il cannibale slavo. L’azzurro era andato relativamente vicino a battere il rivale nell’incontro di quarti di finale a Wimbledon 2022 (l’edizione vinta da Djokovic in finale contro un certo Nick Kyrgios), quando fu sconfitto dopo aver vinto i primi due set, ma alla fine prevalse l’esperienza dell’allora numero uno del mondo.

Jannik Sinner saluta il pubblico a Parigi
Cahill e il giudizio di Djokovic su Sinner: tutto spiegato (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Proprio intorno a quella sfida si basa l’aneddoto, raccontato ai microfoni del podcast ‘Served with Andy Roddick‘ da parte del coach australiano, che collaborava con Sinner da appena pochi mesi.

Jannik colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio, non fa male“, confessò a fine partita Djokovic a Cahill.

Sinner aveva vinto i primi due, ma poi Novak tornò in corsa e prese il sopravvento, esattamente come fa lui: si abitua alla palla, alla traiettoria, al ritmo, e poi, come sempre, non sbaglia più, vincendo gli ultimi tre set in maniera piuttosto netta. Per questo ero tanto interessato al suo parere. Non ci ha detto nulla che non avessimo già visto e che non sapevamo, ma quando lo abbiamo raccontato a Jannik dicendogli che veniva da Novak, l’effetto è stato completamente diverso, e lui ci ha risposto che era pronto a cambiare“, ha concluso Cahill ricordando il confronto avuto col suo assistito.



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