Sospensione Sinner, ultim’ora pazzesca: cos’è successo

Il campione altoatesino, incalzato in conferenza stampa da un giornalista, è tornato sul caso Clostebol: parole sorprendenti

Dopo il piccolo inciampo di Halle – del resto anche lui ‘è umano‘, come ha avuto modo di dire il grande Paolo Bertolucci a proposito della caduta del numero uno del mondo sull’erba tedesca – Jannik Sinner ha ripreso con sicurezza il suo cammino.

Jannik Sinner alza la visiera del suo cappellino
Sospensione Sinner, ultim’ora pazzesca: cos’è successo (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Dopo aver lasciato appena 12 games complessivi ai suoi avversari nei primi due turni a Wimbledon, il campione altoatesino ha continuato nel suo brillante percorso sconfiggendo con estrema autorità anche Pedro Martinez nel terzo turno ai Championships.

In perfetta linea con quanto fatto in precedenza, l’allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill si è imposto in tre parziali col netto punteggio di 6-1, 6-3, 6-1. Forte di una superiorità tecnica, e di una tenuta mentale, che sono alla base del suo ininterrotto regno di 56 settimane consecutive in testa al ranking mondiale, il quattro volte campione Slam ha definitivamente messo alle spalle il periodo più buio. Quello dello stop forzato di tre mesi per l’oscura vicenda Clostebol, su cui, come noto, ha patteggiato la sentenza con l’Agenzia Mondiale Antidoping che aveva riaperto il caso dopo la sostanziale assoluzione dell’ITIA.

Tornato, un po’ a sorpresa, a parlare dell’argomento nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo la vittoria ottenuta al secondo turno contro l’australiano Vukic, il fuoriclasse azzurro ha fatto delle interessanti considerazioni su quanto vissuto in prima persona.

Sinner, arriva l’ammissione: “Se avessi avuto 18 anni…”

Un giornalista polacco ha infatti chiesto a Jannik – riferendosi al caso di Kamil Majchrzak, molto simile a quello di Sinner, ma conclusosi con una squalifica di 4 anni (poi ridotta a 13 mesi) – se ritenesse opportuno un protocollo per i tennisti costretti ad affrontare processi per doping a causa di contaminazioni accidentali.

Jannik Sinner durante una sessione d'allenamento
Sinner, arriva l’ammissione: “Se avessi avuto 18 anni…” (Ansa Foto) – Tennisfever.it

La domanda intendeva ottenere una risposta sulla situazione che vede quegli atleti che non dispongono di grandi risorse come i big del circuito, subire condanne e pene molto pesanti. Jannik non si è sottratto alla domanda, mostrando, come al solito, una grande onestà intellettuale.

Io ero nella posizione di poter assumere un avvocato molto prestigioso perché ho i soldi che altri non hanno e che mi sono guadagnato con i miei meriti. Ho seguito lo stesso processo di altri tennisti nella mia situazione, ma non ho ricevuto un trattamento di favore. Forse la mia difesa è stata più efficace perché ho i migliori intorno a me. L’ITIA impiega lo stesso tempo per dare una risposta a tutti, so che in passato ci sono state decisioni controverse, ma il mio caso è stato analizzato nel dettaglio più volte e la mia innocenza è sempre stata dimostrata”, ha tenuto a precisare Sinner.

Se una cosa del genere può aiutare, sarei felice di farlo, ma non è questo il punto. Ripeto che se mi fosse successo quando avevo 18 anni, probabilmente non sarei stato in grado di difendermi come ho fatto ora, quando ho avuto le risorse economiche a disposizione per mettere insieme una grande squadra“, ha concluso l’azzurro.



Gestione cookie