Fognini svela la verità, annuncio strappalacrime dopo il ritiro

Il tennista ligure, fresco di annuncio di ritiro dopo la sconfitta contro Alcaraz a Wimbledon, è tornato su un argomento spinoso

È uscito di scena a modo suo. Dando spettacolo. Strappando applausi e ponendo tanto al pubblico presente sugli spalti di Wimbledon che a quello comodamente seduto sul divano di casa lo stesso interrogativo che in tanti si sono posti negli ultimi 20 anni: ‘dove sarebbe potuto arrivare Fabio Fognini se solo avesse avuto più testa?

Fabio Fognini saluta il pubblico di Wimbledon
Fognini svela la verità, annuncio strappalacrime dopo il ritiro (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Già, perché il talento, quello non è mai mancato. Nemmeno l’incostanza, purtroppo. E neppure quel nervosismo, quel senso talvolta di accerchiamento, sfociante in polemiche talvolta feroci contro avversari o giudici di sedia, che alla lunga gli hanno precluso quei grandi traguardi che forse il nativo di Sanremo avrebbe meritato di raggiungere.

Qualche perla, poche rispetto alla classe di cui dispone, ‘Fogna’ l’ha comunque regalata. Come quando nell’aprile del 2019, primo italiano di sempre, vinse un torneo ATP Masters 1000. In quel di Monte Carlo il tennista ligure si permise addirittura il lusso di battere nettamente in semifinale Rafael Nadal. Lo stesso fuoriclasse spagnolo che già 4 anni prima, nel settembre 2015, si era fatto rimontare dall’azzurro a New York cedendo al quinto set dopo una battaglia epica.

Forse troppo esiguo, il bottino, per un campione come il marito di Flavio Pennetta. Un tennista che però, non tradendo il personaggio costruitosi negli anni, non nutre alcun rimpianto relativamente alla sua carriera. Anzi, forse un grande cruccio c’è.

Fognini e quel sogno spezzato chiamato Coppa Davis

A pochi giorni dall’annuncio del suo ritiro definitivo dal tennis – avvenuto a mezzo social 9 giorni dopo la sconfitta contro Carlos Alcaraz a Wimbledon – il 38enne sanremese è tornato a parlare dei motivi che lo hanno spinto a dire ‘basta’. Difendendo il suo modo d’essere al cospetto delle critiche ricevute in carriera e rivendicando un rimpianto che nessuno potrà mai più sanare.

Fabio Fognini abbraccia Carlos Alcaraz a Wimbledon
Fognini e quel sogno spezzato chiamato Coppa Davis (Ansa Foto) – Tennisfever.it

Da fuori, a volte, mi hanno dipinto per quello che non sono mai stato. Sono stato un ragazzo ribelle ma spero di non essere ricordato per le racchette rotte. La verità è che non sono mai stato un santo ma ho sempre fatto del male solo a me stesso. Chi mi ha davvero conosciuto, lo sa“, ha esordito Fognini al ‘Corriere della Sera’.

Ho attraversato un’epoca irripetibile, quella dei Big Three: ne ho battuti due su tre in un periodo storico in cui arrivare alla seconda settimana dei tornei dello Slam era paragonabile a una vittoria. Se rifarei tutto? Farei di più e di meglio. Mi pento delle cavolate, però ho anche fatto cose meravigliose“, ha aggiunto.

 

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La Coppa Davis? Più che un rimpianto, direi che è un sogno irrealizzato. Ho giocato la Davis vera, quella in casa e in trasferta, tre set su cinque. Ho sempre risposto presente alle convocazioni, anche con una gamba sola. Indossando la maglia italiana ho ottenuto una delle mie vittorie più belle, con Andy Murray a Napoli nel 2014. Per la Nazionale davvero non potevo fare di più. Vincere la Davis era un sogno di cui avrei voluto fare parte, semplicemente perché me la meritavo. Sarebbe stato più giusto così. Purtroppo non è successo“, ha concluso con un pizzico di amarezza Fabio.



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