Il fuoriclasse serbo, fermo dalla semifinale di Wimbledon persa contro Jannik Sinner, si prepara per gli Us Open: la sentenza dell’ex campione è senza appello
In vacanza. Per ricaricare le pile, per passare più tempo possibile con quella famiglia, la sua, che gli manca sempre di più, come detto tra le lacrime sin dai tempi della premiazione di Wimbledon nel 2023 o, lo stesso anno, sul centrale di Flushing Meadows.

Non è andato in Canada, Novak Djokovic, rinunciando all’ATP Masters 1000 di Toronto. E nemmeno in Ohio, a Cincinnati, per l’ultimo grande torneo prima dell’appuntamento con gli Us Open. Il campione serbo, ancora in vacanza in Montenegro, sta riposando testa e fisico in vista del prestigioso Major della Grande Mela.
Di fatto è una delle ultime possibili occasioni di vincere un altro Slam, nel suo caso il 25esimo: un traguardo mai raggiunto prima d’ora da alcun tennista, uomo o donna che sia, nella storia del gioco.
Ma, si chiedono in molti, Djokovic ha davvero qualche concreta speranza di vittoria finale in quell’impianto che, nel 2021, lo vide piangere di dolore per aver fallito la chiusura del Grande Slam nell’anno solare? Al difficile quesito ha provato a rispondere un leggendario ex giocatore americano, oggi conduttore di un podcast in compagnia del figlio Brett.
Connors senza peli sulla lingua: Djokovic al tappeto
Intervenuto nel format ‘Advantage Connors‘, il mitico Jimbo, 5 volte vincitore dello Slam americano, ha parlato della leggenda serba esprimendo dei legittimi dubbi sulla sua capacità di superare gli altissimi scogli che gli si porranno davanti prima di alzare al cielo la coppa del vincitore.

“Sappiamo che Nole è arrivato in semifinale a Wimbledon, ma la sua prestazione contro Sinner non è stata all’altezza del suo livello anche per via dell’infortunio avuto nel match con Cobolli. Quindi ora si presenterà agli Us Open senza partite. Sappiamo anche che dovrà vincere tre partite difficili di fila: un quarto, poi una semifinale e una finale. E in questi match, due probabilmente saranno contro Alcaraz e Sinner“, ha esordito l’ex numero uno del mondo.
“Alcaraz o Sinner uno dopo l’altro è un compito arduo, soprattutto tre set su cinque, e soprattutto se a New York dovesse far caldo. Non possiamo certo darlo per spacciato, ma vorrei che fosse andato a Cincinnati a giocare almeno due o tre match. Questa è l’unica cosa che mi preoccupa. Ha lasciato Wimbledon in semifinale, che è stato un risultato piuttosto buono, ma non ha giocato quella partita come avrebbe voluto. Poi si è preso una lunga pausa, ha una famiglia, è andato in vacanza, si è allontanato dal tennis. Ma con lui non si sa mai“, ha concluso lo statunitense.





