L’annuncio di Flavio Cobolli non lascia spazio all’interpretazione, le sue parole sono chiarissime: ecco cosa ha detto l’azzurro
Reduce da una parentesi sul cemento asiatico abbastanza deludente, Flavio Cobolli è tornato a sorridere all’Atp 500 di Vienna, dove si è guadagnato il derby agli ottavi contro Jannik Sinner superando il ceco Tomas Machac col punteggio di 7-6(6), 6-2. L’incontro è in programma nella giornata di domani ed ha un peso specifico enorme per il classe 2002 romano, che ben figurando nel torneo viennese potrebbe rientrare nella top-20 della classifica mondiale.
Intanto, Flavio sta facendo parlare di sé in queste ore non solo per le questioni strettamente legate al campo, ma anche per uno sfogo a cui si è lasciato andare alla vigilia del torneo. Il tema è quello del calendario troppo fitto di impegni, tornato prepotentemente in auge proprio in queste settimane, dopo il verificarsi di numerose defezioni e alcuni gravi infortuni.
Cobolli e il grave infortunio di Rune, le parole dell’azzurro non lasciano spazio all’interpretazione
L’ultimo degli acciacchi ha visto vittima il danese Holger Rune, il quale è incappato nella rottura del tendine di Achille durante la semifinale dell’Atp 250 di Stoccolma contro Ugo Humbert. Il giovane scandinavo ha dovuto ritirarsi in lacrime e lo aspettano almeno sei mesi di stop.
«Mi sono sentito di mandargli un messaggio. Gli ho scritto subito poco dopo il fatto a Stoccolma e mi ha risposto che le condizioni non erano ottimali. Sapeva benissimo da subito che è molto dura per lui. Io cerco di stargli vicino per quello che mi è possibile anche se non posso più di tanto. Ma credo che a lui faccia piacere che noi del tour gli possiamo tendere una mano. Sarà uno stop molto lungo ed è un infortunio molto grave.», ha esordito Cobolli ai microfoni di Sky Sport.
Dopodiché, l’azzurro è entrato nel merito della questione: «Questo dà ancora una volta la prova di un calendario molto lungo e noi alla fine facciamo molta fatica. Non credo che negli altri sport a livello così di élite ci sia un calendario così lungo con così poche settimane di allenamento. Forse sia noi che qualcuno dall’altra parte deve cambiare qualcosa, perché ci sono troppi infortuni. E noi vogliamo stare in salute e dare spettacolo».
Un punto di vista estremamente chiaro, che potremmo benissimo definire “un grido di aiuto” (l’ennesimo). Staremo a vedere se, prima o poi, i vertici del circuito terranno conto del parere dei tennisti o se si continuerà a seguire la strada dello “show must go on”.
