Che retroscena quello emerso nelle scorse ore su Jannik Sinner. Poteva davvero cambiare tutto per il campione azzurro
Ultime ore di riposo per Jannik Sinner. Archiviata la vittoria al Masters di Parigi che gli ha permesso anche di tornare in vetta al ranking ATP superando Alcaraz, l’azzurro è atteso a Torino mercoledì 5 novembre per cominciare la preparazione in vista delle ATP Finals, al via da domenica prossima.

Sinner e gli altri partecipanti al torneo (il presidente Binaghi ha confermato anche la presenza di Djokovic) conosceranno i loro avversari nella cerimonia di sorteggio dei due gironi prevista giovedì alle 12. Sorteggio che ha un’unica certezza ovvero la presenza in due gruppi opposti di Sinner e Alcaraz, rispettivamente prima e seconda testa di serie delle Finals e per questo inseriti in prima fascia.
Sinner che sarà seguito a Torino dallo staff al completo. Simone Vagnozzi, assente a Vienna e Parigi, si affiancherà a Darren Cahill in quello che potrebbe essere l’ultimo torneo dell’allenatore australiano all’angolo del numero uno del mondo. Se non dovessero esserci ripensamenti, Cahill darà seguito alla decisione presa ad inizio anno di interrompere la sua carriera di coach a fine stagione. Un epilogo che Sinner non ha mai fatto mistero di voler evitare.
Sinner, che retroscena: poteva essere il suo coach
La partnership tra Sinner e Cahill è cominciata nel giugno 2022 subito dopo la separazione tra Jannik e Riccardo Piatti. Una collaborazione nata su suggerimento di Boris Becker. E’ stato proprio l’ex tennista tedesco a rivelarlo in una recente intervista al Corriere della Sera nella quale ha svelato anche un altro retroscena ovvero che il nuovo coach di Sinner poteva essere proprio lui.

Jannik lo aveva contattato per il ruolo ma Becker ha dovuto rifiutare in quanto di lì a poco sarebbe arrivata la sentenza di un tribunale inglese che l’ha condannato al carcere per bancarotta. “Credevo fosse un segreto ma è vero – ha rivelato Boris – Di lì a due mesi aspettavo la sentenza di Londra. Ho detto a Jannik [Non so come finirà, non posso prendermi l’impegno]. Non volevo lasciarlo a piedi e gli ho fatto un paio di nomi. Uno era Darren Cahill, per me il migliore.”
Nella stessa intervista, Becker si è detto convinto che Cahill non lascerà il suo incarico. Una decisione che può solo giovare a Sinner del quale l’ex campione di Wimbledon ha elogiato la crescita definendola incredibile se si pensa che Jannik “gioca seriamente solo da quando aveva 13-14 anni.” Aveva quasi questa stessa età, Becker quando vinse Wimbledon a 17 anni nel 1985 diventando il più giovane campione nella storia dei Championship.





