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Cinque chiavi per capire la finale Djokovic-Del Potro
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Sarà la sfida tra Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro a stabilire chi sarà il vincitore degli US Open 2018. Per il serbo c’è la possibilità di raggiungere Pete Sampras con la quattordicesima vittoria in un Major (avvicinando i 16 di Nadal e i 20 di Federer), per l’argentino di bissare il successo di New York del 2009, che rimane ad oggi l’unico torneo del Grande Slam conquistata in una carriera che senza i tantissimi guai fisici sarebbe stata ancora migliore di quella che è stata.

Che tipo di partita sarà? Nole rispetterà i favori del pronostico? JMDP cosa deve fare per restare in partita? Proviamo a parlarne attraverso l’analisi di 5 punti chiave.

Precedenti, avanti Nole

I precedenti depongono nettamente a favore di Djokovic, con 14 vittorie contro le 4 di Del Potro. L’ultima sconfitta dell’ex numero uno del mondo è datata 2016, quando Delpo ebbe la meglio sul cemento outdoor di Rio, un terreno simile a quello dell’Arthur Ashe.

Sfida per il podio mondiale dietro Rafa e Roger

Chi vince tra i due sarà il nuovo numero 3 del mondo. Una conferma per l’argentino, un gran bel salto per il serbo, che attualmente occupa la posizione numero 6 e terminerebbe così la sua rincorsa durata più o meno due anni, con ottime possibilità, nel 2019, di puntare di nuovo all’ambita posizione numero 1, che negli ultimi anni è stata un affare riservato a Rafa e Roger.

Dritto e servizio del martello di Tandil

Il martello di Tandil dovrà fare affidamento sulle sue armi principali: il suo ottimo servizio e il suo dritto devastante. E’ con queste armi che dovrà cercare di vincere i suoi turni di battuta, cercando di accorciare il più possibile gli scambi. Non prendere break è il primo obiettivo per Del Potro. Per rubare turni di servizio al suo avversario, invece, dovrà sperare in una serata non perfetta di Djoko in battuta e nella capacità di lavorare bene sulla risposta.

La difesa di mister Fantastic

Proprio l’approccio in fase difensiva sarà invece la chiave con cui Novak in versione mister Fantastic cercherà di scardinare le certezze dell’avversario. Se riuscirà a rispondere come forse solo lui sa fare e a difendere contro le “saracche” di dritto dell’avversario, per l’argentino saranno dolori.

Vincenti ed errori non forzati

A questi livelli la differenza la fa anche chi sbaglia meno. Per entrambi sarà decisiva la precisione, l’efficacia e la resistenza negli scambi lunghi, aspetto su cui Nole parte decisamente favorito.

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