Non c’è due senza tre. Se Wimbledon 2018 ha segnato il ritorno di Novak Djokovic nell’olimpo del tennis, Cincinnati, con la conquista del Golden Masters, è stata una splendida conferma. Con gli US Open 2018, la conquista del 14esimo Slam (raggiunto Pete Sampras nella classifica dei più grandi di sempre, dietro Nadal a 16 e Federer a 20), Nole torna ufficialmente dominatore del circuito, l’uomo da battere. Anche se la vittoria contro un grande Juan Martin Del Potro rappresenta (per ora) “solo” la posizione numero 3 del ranking mondiale.
La partita, set per set
Il primo va via in 44 minuti. Il ritmo imposto da Djokovic non è sostenibile per Del Potro che, più lo scambio si allunga, più vede assottigliarsi le possibilità di successo. Nole è in versione Tiramolla, non lascia cadere niente nel suo campo e butta di là tutto. DelPo prova usare il rovescio in back per limitare i danni da quella parte, ma non c’è niente da fare. Il serbo, pur senza strafare, porta a casa il primo set 6-3.
Il secondo parziale inizia sulla falsa riga del primo e infatti Djoko conquista subito un altro break. Qualcosa però cambia inaspettatamente, con Del Potro che fa salire il livello (e il ritmo del suo tennis) e piazza il contro break scatenando i tanti argentini presenti sugli spalti. Nole perde qualche certezza e si innervosisce. L’ottavo gioco è una battaglia interminabile, ma la spunta il serbo. Si va tie-break. E lo porta a casa ancora Djokovic, anche grazie a due inusuali errori di dritto di DelPo. Ora per l’argentino serve un miracolo più che un’impresa.
Miracolo che non arriva nel terzo set, riconquistato da Mister Fantastic nonostante il cuore messo in campo dal Martello di Tandil, capace di rispondere al primo break di Nole, ma obbligato a cederne un altro, quello decisivo, a due game dal termine della gara. Finisce 6-3, come il primo set, in 59 minuti.
La sintesi della partita
Il momento della premiazione
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