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I big del tennis italiano in coro: Sinner, che fenomeno
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Le ex leggende del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci, hanno voluto incensare Jannik Sinner dopo la vittoria ad Anversa. I tre, in diverse interviste, hanno affermato che siamo davanti a un fenomeno.

La parola alle leggende

In tre diverse interviste, Nicola Pietrangeli, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci hanno voluto elogiare pubblicamente Jannik Sinner.

Il primo è stato Nicola Pietrangeli, vincitore del Roland Garros ’59 e ’60.

Non ci sono dubbi che Jannik Sinner sia un grande giocatore, le premesse ci sono tutte. A inizio anno per lui avevo pronosticato un posto tra i primi 10, ci stiamo arrivando.

Jannik tira delle bombarde incredibili quando gioca, l’unica cosa è che spero non sprechi troppe energie, ci sono volte che non c’è bisogno di avere tutta questa foga, oggi non ne senti le conseguenze, ma tra 6 o 7 anni sì.

È un ragazzo giovane, ma già molto quadrato e metodico nel modo di allenarsi, tutto dipende da lui”.

Ha poi proseguito Corrado Barazzutti, spingendosi ancora oltre l’ex collega.

L’ho detto tante volte, Jannik Sinner è un predestinato e conferma anche oggi di esserlo, dopo Anversa. È candidato per diventare forse anche numero 1 del mondo. È giovane, è in grande miglioramento, ad Anversa abbiamo visto un servizio molto più solido e consistente.

L’ho trovato impressionante come gioco, attenzione e consistenza, insomma Sinner corre per arrivare all’apice del ranking e, al momento, per qualificarsi ai masters di Torino. Mi auguro che giochi anche in Davis, con Berrettini e gli altri potrebbero vincere la coppa”.

La conclusione è stata tutta di Paolo Bertolucci, la voce del tennis di Sky Sport.

Mettiamoci seduti comodamente e aspettiamo che Jannik Sinner maturi: il ragazzo ci darà grandi soddisfazioni, e non è questo il momento di dire quali.

Sicuramente super, ma la cosa non mi sorprende affatto: è in linea con le attese e lui è bravo perché brucia ancora di più le tappe. È un processo che credo terminerà a 22 anni, allora si potrà cominciare a capire dove il ragazzo, che a quel punto avrà completato lo sviluppo fisico, potrà arrivare. Adesso è presto per dirlo. Ma che lui sia uno dei protagonisti dei prossimi anni è acclarato.

Potremmo ritrovarci con un Djokovic in casa? Magari, ma andiamoci piano: Nole è il migliore. Però qui ci sono le basi e Jannik è un predestinato: insiste sul lavoro e gli piace, lo fa seriamente, non fa mai un passo indietro, è una spugna e vuole arrivare il più in alto possibile. Serio, posato, sta bene in campo e sotto i riflettori, non si esalta né si abbatte. Lui prende la sconfitta anche per il verso giusto e ne trae insegnamento senza brontolare. Quindi adesso mettiamoci seduti e comodi ad aspettare, ci darà grandi soddisfazioni”.

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