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“Non so cosa sia la pressione. Gioco, mi diverto e non penso solo al tennis”. A tu per tu con Luca Nardi
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Luca Nardi è un enfant terrible del tennis azzurro che sta scalando la classifica ATP a suon di ottime prestazioni. Nel corso del 2021, il classe 2003 nato a Pesaro ha vinto due titoli ITF, a Genova e Madrid, e ha ben figurato nei Challenger disputati. Recentemente ha anche attirato l’attenzione del capitano dell’Italtennis, Filippo Volandri, il quale ha speso per lui delle belle parole. In molti ritengono che Nardi possa diventare la punta di diamante del movimento nostrano.

Il giovane tennista è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per una piacevole chiacchierata in cui si sono affrontati tanti argomenti. Di seguito l’intervista.

L’intervista a Luca Nardi

Ciao Luca, come stai?

“Bene grazie!”.

Come procede il recupero dall’infortunio?

“Molto bene, fortunatamente mi sta passando. Già sono in campo ad allenarmi”.

È un’ottima notizia! Quale sarà il tuo prossimo torneo?

“Si, lo è. Venerdì sarò a Bergamo per un Challenger”.

Oggi (lunedì) è arrivato anche il best ranking (437), sei contento?

“Davvero? Non ne avevo idea, ma se lo dite voi ci credo. Bene, bene, non lo sapevo (ride, ndr)”.

Senza la classifica congelata saresti molto più in alto…

“Beh probabilmente sì, ma è ancora presto. Non è un problema per me”.

Due titoli e tanta esperienza in più. Raccontaci il tuo 2021

“Sono stati mesi particolari per me, perché ho fatto tanti cambi per quanto riguarda i maestri e dove mi allenavo. Nella prima parte di stagione non è andata benissimo. Poi da maggio sono tornato ad allenarmi col mio maestro di sempre e da lì le cose sono andate progressivamente meglio. Ho vinto un paio di tornei, ho fatto qualche finale. Spero di finire al meglio questo 2021”.

Fino ad oggi qual è stato il momento che più ha segnato la tua giovane carriera?

“È una domanda complicatissima a cui non so rispondere, perché è ancora tutto in divenire. Finora non c’è stato un torneo o una partita che mi ha segnato particolarmente”.

Che ne pensi delle belle parole spese da Volandri nei tuoi riguardi?

“Sono solito documentarmi poco, quindi non avevo letto le sue dichiarazioni. Conosco benissimo Filippo (Volandri, ndr), ci parlo spesso. Se ha detto cose carine di me mi fa molto piacere. Son tutte cose che danno gran fiducia”.

In molti ritengono che tu possa diventare la punta di diamante del tennis italiano. La senti la pressione?

“Per niente. Io penso solo a giocare e a divertirmi. Faccio quello che posso. Poi se viene viene. Semmai dovessi diventare uno forte sarebbe una bellissima cosa. Ma, al momento, non soffro alcun tipo di pressione. Sono tranquillissimo”.

Cambiamo argomento per un attimo. Che altro fai oltre il tennis?

“Gioco spesso a calcetto e a padel con i miei amici. Poi, quando ho tempo, mi piace andare a cena fuori. Ho una ragazza. Mi tengo attivo. Non penso solo al tennis”.

Ah quindi segui il calcio. Che squadra tifi?

“Tifo Napoli. Mio padre è di Napoli e mi ha trasferito questo passione per gli azzurri”.

Torniamo al tennis. Qual è il tuo colpo più forte e dove credi, invece, di dover migliorare?

“Il mio colpo migliore è sicuramente il dritto, mi porta parecchi punti, anche se a volte esagero un po’ e cado in errore. Invece devo lavorare sul rovescio, in questo periodo l’ho un po’ perso. Se voglio fare il salto di qualità devo affinarlo”.

Stai seguendo Sinner?

“Sì, sta giocando veramente bene”.

Conosci personalmente lui e Musetti?

“Con Jannik non ci ho mai giocato e non l’ho mai incontrato in vita mai. Muso, invece, lo conosco benissimo, da quando avevo 12 anni. Siamo amici, è un bravo ragazzo. Adesso è un po’ che non lo vedo perché lui fa altre attività”.

E invece che rapporto hai con Cobolli?

“Conosco bene anche lui, abbiamo un bellissimo rapporto. Ci scriviamo frequentemente e ci teniamo aggiornati anche quando siamo lontani in giro per tornei”.

Spesso avete giocato in doppio. Farete coppia alla Davis prima o poi?

“Magari, magari”.

Oggi 10 italiani in top 100. Tra cinque anni quanti ce ne saranno? Ne siete una valanga…

“Eh spero il più possibile, non so il numero preciso. Posso dire soltanto che spero di farne parte. Questo è poco ma sicuro”.

Entro quando?

“Quando arriva arriva. Speriamo il prima possibile. Non mi pongo limiti di tempo. Certo se fra sei anni sono ancora 400 al mondo… ci penso un attimo…”.

Gli obiettivi per il 2022?

“Mi piacerebbe riuscire a giocare le qualificazioni degli Slam. Quindi di salire circa alla posizione 230 della classifica”.

E quelli a lungo termine?

“Magari entrare nella top-50. Sarebbe bellissimo, ma è una cosa molto difficile”.

C’è uno Slam in particolare in cui sogni di essere protagonista?

“Essere protagonista in uno Slam vuol dire che sei un fenomeno, un alieno. Per ‘essere protagonista’ io intendo fare finale o vincere, quindi non dico null’altro…”.

Grazie mille Luca. Ci ha fatto un gran piacere sentirti. In bocca al lupo!

“Di nulla, piacere mio e crepi il lupo!”.

A cura di Giuseppe Canetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

 

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