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Una serata che ricorderemo
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Ma chi l’avrebbe mai immaginato che un giorno ci saremmo ritrovati a dover commentare delle Atp Finals in cui al posto di un italiano sfortunato (giunto per la seconda volta all’appuntamento finale della stagione) sarebbe subentrato un altro italiano di vent’anni, prima riserva? E che questo ventenne di Sesto Pusteria avrebbe vinto, anzi stravinto, all’esordio? E che tutto questo sarebbe successo proprio in Italia, a Torino?

Troppe cose. Troppe, in pochi giorni, in poche ore. Siamo passati dal grande sconforto per lo straziante saluto anticipato di Matteo Berrettini all’euforia per ciò che ha combinato Jannik Sinner. Il numero 11 del mondo (per poco, dato che tornerà in top-10), numero 9 della Race, catapultato nell’arena mentre pensava di essersi venuto a godere una vacanza premio Torino, ha esordito in maniera del tutto impressionante e per certi versi inaspettata, almeno nelle dimensioni.

Un doppio 6-2 rifilato all’amico Hubert Hurkacz che non può essere considerato un risultato “normale”. Si dirà che il polacco non è il giocatore più forte presente a questo torneo, neppure il più abituato a giocare a questi livelli. Vero, però parliamo sempre di un giocatore fatto e finito, in grado di tenere testa (e rubare un set) all’esordio al numero due del mondo Daniil Medvedev, di vincere un Masters 1000 in stagione, battendo proprio Sinner in finale, a Miami.

Eppure il ragazzo non ha tremato. “Un po’ all’inizio sì”, dirà a fine match. Però poi ha preso in mano la situazione, ha giocato da veterano i punti più importanti del match, surclassando l’avversario nei momenti chiave con freddezza e precisione chirurgica. E tutti noi sappiamo quanto dominare questo tipo di situazione faccia la vera differenza tra gli ottimi giocatori e i campioni.

Pensiamo alla pressione che ha dovuto sopportare. Veniva da un finale di stagione esaltante (con le vittorie nei tornei di Sofia e Anversa), macchiato però da tre sconfitte consecutive (a Vienna contro Tiafoe, a Parigi contro Alcaraz e a Stoccolma contro Murray) che avevano un po’ macchiato il suo ultimo periodo del 2021 e condizionato negativamente la sua rincorsa proprio alle Finals. E invece, pochi giorni dopo, eccolo qui. Pronto, brillante, dominante, nell’appuntamento più prestigioso.

Insomma, possiamo girarci intorno quanto vogliamo. Ma questo 16 novembre 2021 sarà un giorno da segnare sul calendario per noi appassionati di tennis italiani. L’ennesimo in cui un ragazzo venuto dalle Dolomiti ha cambiato la storia del tennis azzurro. Bravo Jannik, grazie.

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