Il momento del finto “ok, hai vinto tu” che ha fregato (ancora) Jannik Sinner

Il momento del finto “ok, hai vinto tu”. Ci stavo pensando adesso, a mente un po’ più arieggiata. Se penso alle due partite di Sinner con Tiafoe e con Medvedev vedo una incredibile e strana analogia che ha condizionato, temo, l’esito di entrambe le partite.

Certo le due partite sono state molto diverse, in una Jannik era in vantaggio e dominio fin dall’inizio e in un’altra al contrario è partito molto male e poi ha rimontato. Ma ad un’analisi più attenta le due partite sembrano accomunate nel loro svolgimento da una sorta di trappoletta, un pò involontaria ma anche no, nella quale purtroppo il nostro Jannik è cascato, certamente per una certa inesperienza e credo onestà d’animo che lo ha portato a non adottare le necessarie contromisure a quanto stava accadendo, in un preciso e identico momento di entrambe le partite.
Il momento in cui l’avversario sembra assumere un atteggiamento, evidentemente finto, nel quale, con il tennis giocato ma soprattutto con atteggiamenti di contorno, viene trasmesso il messaggio “ok, hai vinto tu”.
Tiafoe con atteggiamenti anche molto plateali, quasi clowneschi, che hanno portato Sinner a sorridere (ricordate?) come se avesse percepito da parte del suo avversario una resa, e questo lo ha decompresso e deconcentrato sicuro.
Medvedev con una condotta tecnica folle, che appariva come di quello che non ha ormai più nulla da perdere, prime e seconde identiche tirate entrambe a più di 200 all’ora, un non-senso tecnico, 10 secondi tra un punto e l’altro, come di chi tira ad arrivare prima possibile alla doccia tanto ormai la partita è andata, tiracci a tutta addocogliocoglio.
E purtroppo in entrambi i casi ha funzionato. Sinner ha un po’ incosciamente temo allentato la presa. Questa mancata percezione di una piccola trappola, di un rischio dovuto ad un allentamento della tensione, credo abbia rappresentato un analogo elemento decisivo in entrambi i match.
Jannik crescerà e imparerà a gestire questi momenti delle partite. Certo che imparerà. È un secchione.

Articolo tratto dal gruppo Facebook “Appassionati di Tennis” dopo autorizzazione da parte dell’autore

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