Il tribunale federale australiano ha respinto all’unanimità il ricorso di Novak Djokovic contro l’annullamento del suo visto e ha deciso che dovrà essere espulso dal Paese. Il 34enne serbo, numero uno del mondo, non potrà dunque partecipare agli Australian Open che si aprono domani. Il tribunale ha confermato la decisione del ministro dell’immigrazione con verdetto unanime.
La Corte federale australiana ha sottolineato che non si tratta di una decisione nel merito, sulla validità o meno del visto di Novak Djokovic, ma solo sulla richiesta di annullamento della decisione del Ministro dell’Immigrazione che gli ha cancellato il visto per motivi di ordine pubblico. Durante l’ultima udienza gli avvocati di Djokovic avevano accusato il governo di aver preso una decisione “irrazionale e sbagliata”.
La decisione del governo si basa sul rischio che la sua presenza in Australia potesse alimentare sentimenti no-vax. Gli avvocati del ministro hanno affermato di aver chiaramente considerato l’impatto dell’espulsione di Djokovic sull’opinione pubblica, ma che il governo ha deciso che la sua presenza nel Paese era troppo rischiosa, perché le sue opinioni anti-vaccinazione ne hanno fatto una “icona” per i gruppi no-vax.
Hanno anche affermato che l’Australia non deve “essere obbligata a subire” la presenza di una persona per paura di cosa accadrebbe se fosse cacciata.
Durante l’udienza gli avvocati di Djokovic hanno accusato il governo di aver commesso errori “elementari” nel fare portare come prove articoli della stampa internazionale per collegare Djokovic ai gruppi anti-vaccinazione in Australia. Djokovic accusa il governo australiano di non avergli chiesto quali fossero le sue attuali opinioni sulla vaccinazione.
In risposta, il governo ha detto che era improbabile che Djokovic avrebbe detto loro qualcosa di nuovo. Djokovic ha detto che non ci sono prove che avesse suscitato sentimenti no-vax in nessuno degli altri tornei di tennis a cui ha partecipato da quando è cominciata la campagna di vaccinazione.
I suoi avvocati hanno affermato che il governo non è riuscito a raccogliere alcuna prova al riguardo, nonostante fossero facilmente rintracciabili. Il presidente della Corte Suprema James Allsop ha obiettato che il ministro ha il diritto di fare affidamento sul suo buon senso, e al momento della sentenza ha annunciato che la corte ha respinto all’unanimità la domanda di Djokovic.
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