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Nadal ha cominciato un trattamento speciale al piede. I rischi che corre
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Due giorni dopo la celebrazione del quattordicesimo trionfo in carriera al Roland Garros, Rafa Nadal è tornato a Mallorca. Lo spagnolo è sceso dall’auto dell’aeroporto in stampelle e si è fermato comunque a firmare autografi.

 

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Prima di rientrare, si è sottoposto al primo trattamento con radiofrequenza pulsata a cui ha deciso di fare ricorso per alleviare il dolore che deriva dalla sindrome di Muller-Weiss al piede sinistro. Nadal, che non si è sbilanciato dopo la prima seduta sull’efficacia del trattamento, non ha ancora sciolto i dubbi sulla sua presenza a Wimbledon, torneo che ha vinto per l’ultima volta nel 2010.

Il problema cronico di cui soffre Nadal è una malformazione allo scafoide del piede sinistro. Si tratta di una condizione degenerativa che affligge una delle piccole ossa nella parte centrale del piede, determinanti però per la mobilità. Il maiorchino la contiene con scarpe e solette appositamente realizzate che alterano il punto d’appoggio. Ma lo scafoide, l’ultimo osso che si calcifica nello scheletro umano, rimane estremamente vulnerabile.

Al Roland Garros Nadal ha giocato grazie a iniezioni anestetizzanti su due nervi che hanno addormentato completamente il piede, lasciandolo senza alcuna sensibilità. Il nuovo trattamento basato sulla tecnologia mini-invasiva della radiofrequenza pulsata, sempre più utilizzata nel trattamento del dolore anche cronico, ha lo scopo di disinibire il nervo, e dunque ridurre la sensazione di dolore, ma non toglie in maniera completa la sensibilità al piede.

Questo particolare trattamento, che si utilizza dal 1996, prevede l’inserimento verso il nervo, in regime di anestesia locale, di una cannula all’interno della quale si inserisce un filo metallico. Questo filo è collegato a un generatore di radiofrequenza che permette di far fluire una corrente con la stessa frequenza delle onde radio. Chi si sottopone al trattamento non avverte il passaggio di questa corrente, ma al termine della seduta il campo elettrico generato conduce ad una diminuzione sostanziale o alla scomparsa del dolore.

Trattamento Nadal, parlano gli esperti

Sulla questione sono intervenuti due esperti, Ian MacVeigh (Head of the Pain Unit at the CEMTRO Clinic) e Joaquin Oscar Izquierdo (Director of International Chair of Podiatric Surgery at UCAM).

L’operazione di cui parla Nadal è solitamente fatta utilizzando un ago che ha un elettrodo sulla punta. Questo viene inserito nella parte danneggiata ed emette onde radio per 20 millisecondi, con una pausa di 480. Non distrugge il tessuto, ma produce neuro modulazioni nel nervo. A livello elettromagnetico, le fibre che recano dolore sono alterate e con questo le loro trasmissioni.

In ogni caso, sarebbe conveniente proseguire con un’operazione di artrodesi, fissare le giunture così da non muoverle e non procurargli dolore. Questo, però, significherebbe la fine della carriera sportiva del campione spagnolo”.

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